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Gallo: “mantellata del porto, nel 2000 è stata finanziata con 150 miliardi”

Gela – Si parla tanto di porto. Si parla ma non si realizzata. Poi arriva l’ex sindaco di Gela Franco Gallo che ricorda che la mantellata del porto rifugio era finanziata per 150 mld di lire nel 2000 ma il Comune di Gela ha fatto perdere questo ed il successivo finanziamento. Ecco cosa dice nostro invito:

“Il nuovo braccio e la riqualificazione del Porto rifugio di Gela fu rifinanziato dall’ENI nel protocollo d’intesa per l’area di Gela stipulato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri il 31-07-1996 (pg. 7 art.4, allegato) con un contributo privato ENI di 30+ 30 miliardi di lire.

In quell’occasione fu decisiva la promozione e regia autorevole del Comune di Gela che sostanzialmente dirigeva quel tavolo di lavoro (contratto d’area, riutilizzo dei reflui industriali depurati, piani di recupero urbanistico-edilizi, mantellata del porto-isola, ecc.)

Grazie a questo finanziamento privato l’opera svetto’ nella graduatoria regionale dei fondi UE per la portualità che premiava in funzione del cofinanziamento e venne finanziata integralmente per complessivi 130 miliardi di lire (comprensivi della quota di cofinanziamento ENI di 30 miliardi) dal Governo regionale (Presidente Capodicasa, Assessore al ramo Crisafulli ).

Il progetto, completato nelle more dal Genio civile delle Opere marittime, fu sottoposto, dopo la mia cessazione dalla carica, ai competenti organi autorizzatori tra i quali Sovrintendenza ai beni culturali e Comune di Gela per  l’inserimento nel piano triennale delle opere pubbliche e per la variante urbanistica.

In quell’occasione, da notizie di stampa, ho saputo che una nutrita schiera di amministratori del Comune giudico’ negativamente l’opera per il pesante impatto ambientale su un area con grandi prospettive turistiche, per l’intasamento del lungomare a causa dello spropositato traffico di mezzi pesanti di trasporto del materiale necessario (tripodi ed altro), per l’inopportuna contiguità alla zona archeologica, per l’inevitabile inglobamento del Club nautico e forse anche perché, in definitiva, non se ne ravvisava la necessità.

Non so se questo fu formalizzato in delibere od altro ma quel che è certo che per questi ostacoli e per l’insufficiente azione di sollecitazione e controllo da parte del Comune il finanziamento, cosi’ faticosamente costruito, ando’ irrimediabilmente perduto e con quei soldi vennero finanziate altre opere portuali siciliane in graduatoria rimaste in un primo tempo fuori dal finanziamento.

Non so se l’ENI, abortita l’opera, abbia mai più sborsato le somme che eravamo riusciti ad ottenere con l’impegno formale scritto e sottoscritto ed allegato.

Ritengo in questa vicenda la politica cittadina non sia riuscita ad esercitare più il ruolo di autorevole concertazione delle molteplici competenze istituzionali (visti e pareri), tecniche di progettazione  e finanziarie (reperimento e mantenimento di finanziamenti privati e pubblici dedicati).

avv. Franco Gallo, già sindaco di Gela

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