E’ passata solo una settimana da quando il sindaco Lucio Greco e l’amministrazione comunale hanno accolto sul proprio territorio la bellissima iniziativa delle giornate FAI di primavera, e già la città ha visto i primi palesi risultati del fallimento di un’intera iniziativa: quella della riqualificazione della Villa Garibaldi, polmone verde della città abbandonato e ripreso, per poi essere catapultato nuovamente verso il suo oblio.
Sembrava troppo bello per essere vero, dice qualcuno in città, trovandosi di fronte i cancelli nuovamente chiusi della villa Garibaldi.
E’ passato davvero troppo poco tempo per tornare indietro, e nessuno si preoccupa di dare una qualche spiegazione alla cittadinanza del perché stia accadendo.
Adesso sembra assurdo a molti, ma la Villa comunale torna ad essere di nuovo chiusa al pubblico senza un’ordinanza ufficiale che possa decretarlo.
Semplicemente i cittadini, tra cui genitori con i propri figli e anziani, si sono resi conto della situazione solo quando, volendo passare un tempo di quiete o con l’intenzione di passeggiare all’ombra degli alberi secolari della villa, si sono ritrovati fuori, impossibilitati da non si sa perché ad accedere al sito.
Ma non solo. A quanto pare, oltre i cancelli chiusi, anche l’unica fontana che era stata riattivata sembrerebbe essere ancora una volta asciutta; non che fosse stata riparata a regola d’arte, ma almeno qualche zampillo di acqua (un po’ storto, dato che la manutenzione è stata fatta male) al di fuori di essa usciva. Adesso, non c’è più nemmeno questo.
Certo, Gela sarebbe stata splendida solo agli occhi degli stranieri, ma come ho già detto ai gelesi una brutta amministrazione del proprio territorio non può sfuggire dai suoi occhi, ed è per questo che oggi la cittadinanza chiede il perché di tanto clamore da parte dell’amministrazione, circoscritto solo al particolare fine settimana delle giornate dedicate al FAI di primavera, se oggi tutto il frutto del loro “lavoro” risulta praticamente nullo.
Questo non è l’unico luogo che a Gela risulta essere abbandonato, eppure è quello che fra tutti è risultato più strumentalizzato per un proprio tornaconto; tuttavia, non decade il significato simbolico e sociale di uno spazio come questo, capace di generare turismo (e lo abbiamo visto solo un mese fa) e di accogliere i cittadini per attività ricreative, rilassanti e prettamente sociali.
Covid, disinfestazioni o particolari interventi ristrutturali questa volta non sembrerebbero essere le giuste cause. Quindi ci poniamo il dubbio sul perché i cancelli sono ora nuovamente chiusi.