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Positiva al covid e incinta di 4 mesi “Trattata, in ospedale, come un’appestata”

R.G. 30 anni, di Caltanissetta racconta la sua bruttissima  esperienza all’ospedale Sant’Elia “Positiva al covid e incinta di 4 mesi”. La donna soffre di iperemesi gravidica (consiste in un vomito incoercibile durante la gravidanza che esita in disidratazione, perdita di peso e chetosi). Da quando è incinta ha perso 7 chili e ha fatto a casa diverse flebo e prende compresse per placare il vomito. Cosa è successo? Ve lo racconto subito tramite le sue parole: “ Giorno 1 gennaio ho la febbre a 39 e mezzo, giorno 2 gennaio, faccio un tampone a casa e risulto positiva al Covid. Giorno 4 gennaio ho fortissimi giramenti di testa e non sento più le gambe per circa 6 ore. Chiamo il mio medico e il mio ginecologo che mi dicono di correre in ospedale perché rischio una trombosi. Ho paura per mio figlio. Chiamo l’ambulanza e arrivo al Sant’Elia alle 17.30. Sto chiusa in ambulanza un’ora. Poi mi portano in una stanza e mi fanno il tampone, dico che l’ho già fatto a casa e che sono positiva ma mi rispondono che devo comunque aspettare il loro esito. Mi lasciano chiusa nella stanza, non mi danno da bere e non mi fanno andare in bagno ed io sono “incinta”. Il risultato del tampone arriva alle 22.30. Vi rendete conto? Dalle 17.30 mi fanno andare in bagno alle 23.30. Inoltre senza bere tutte queste ore. A mezzanotte e mezza ancora non mi ha visitato nessuno! Ho tanta paura per mio figlio! All’una di notte senza nemmeno un prelievo mi dicono che è tardi per le visite, mi verranno a prendere il mattino seguente.  Mi rimandano a casa con l’ambulanza! Nessuno mi ha visitato. Alle otto del mattino del 5 gennaio chiamo l’ospedale per chiedere l’ambulanza. Arrivo alle 9 mi fanno il primo prelievo. Alle 13.30 le analisi ma chiedo un ginecologo voglio sapere come sta mio figlio, voglio fatta un’ecografia. Mi dicono che il ginecologo non c’è ( stessa cosa mi hanno detto il giorno precedente) penso che il ginecologo non voglia visitarmi perché sono positiva al Covid. Chiamo la polizia e il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino che intervengono. Avvisano il dottor Benedetto Trobia, direttore sanitario del presidio ospedaliero, della situazione. Alle 15.30 arriva l’unica ginecologa disposta a visitarmi e che ringrazio tantissimo, la dottoressa Scozzaro che scende l’ecografo e mi visita. Mio figlio sta bene grazie a Dio! Mi diagnosticano una parestesia con scompenso elettrolitico. Mi danno la cura e mi riportano a casa! Dimenticavo ho la cistite per non essere andata in bagno per tantissime ore! Perché positiva al Covid mi sono sentita trattata come “un’appestata” racconto questa storia sperando che non accada più a nessuno quello che ho vissuto io!” (Di Danila Bonsangue – Giornale Nisseno)

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