CronacaGela

Lo sport gelese e gli interessi di bottega.

Innanzitutto vanno fatte alcune considerazioni su quanto asserito nell’articolo del Gazzettino di Gela del 18/08/2023: “Italia Viva: “bando pubblico per sostenere le realta’ sportive locali”,la “politica” chiamata in causa non può supportare l’iniziativa sportiva di una singola società di calcio, semmai dovrebbe supportare tutte le realtà sportive locali che, salvo prova contraria, hanno, se non altro, pari dignità e anch’esse necessitano delle strutture sportive per seguito alle proprie iniziative che hanno solo scopo sociale e sportivo e potrebbero subire danni irreparabili, non solo di carattere economico. Puntare tutto su una singola compagine può significare, in caso di fallimento di quest’ultima, la desertificazione del calcio locale, già fortemente compromesso da scelte fatte in passato. Questo attacco politico all’amministrazione Greco da parte di rappresentanti di quel partito che è stato in giunta e di supporto fino a qualche mese fa, è solo strumentale e demagogico. Proporre l’assegnazione esclusiva a mezzo bandi pubblici è la soluzione migliore, se non fosse che la proposta giunge tardiva ed al momento irrealizzabile. Oltre ciò i dirigenti o militanti di I.V. dovrebbero sapere , che i tempi e le modalità per mettere a bando pubblico le strutture, richiedono tempi lunghi per varie ragioni. Purtroppo fare chiacchiere è uno sport molto diffuso a Gela, fare le cose con i giusti criteri e nel rispetto delle leggi è tutt’altra cosa.
Chiedere oggi di resettare la gestione delle strutture sportive è una chimera dietro la quale si celano gli interessi economici e speculativi delle lobby imprenditoriali che intravedono profitti non consentiti nelle attività sportive dilettantistiche.
Se I.V. che ha preso a cuore la questione,intende mercificare lo sport ed in particolare il calcio gelese, facendo da apri pista a taluni imprenditori che in politica si sono già cimentati procurando il disastro della copertura dello stadio e nello sport acquisendo due retrocessioni consecutive e ripescaggi vari, dovrebbe proporre a questi ultimi di costruirsi uno stadio con i loro capitali e “liberare” le strutture pubbliche dal loro giogo, permettendo alle società minori, solo di categoria, di continuare nella opera sociale di incentivare giovani e meno giovani alla pratica sportiva.
Lo sport è per tutti, il calcio è di tutti a prescindere dalla categoria.

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