CronacaGela

L’esasperazione è al massimo. Salvatore Comandatore stava per crollare.

Aggiornamento delle 13.00

Ha dovuto ricorrere alle minacce. È stato finalmente convocato in procura,dove ha confermato tutto 2 ore di colloqui. Ha ricevuto rassicurazioni sull’accelerazione e la conclusione in tempi brevi.

Ha, finalmente abbandonato la postazione

L’esasperazione è al massimo. VERGOGNA

Licenza di uccidere.

Questo succede quando Aziende ed istituzioni abusano del proprio peso e del proprio ruolo accanendosi contro un lavoratore.

Schiantarlo al suolo a proprio piacimento fino a costringerlo ai gesti più insani. .

E Salvatore non è che non ci ha pensato. Più di una volta, vedendo le conseguenze che la sua sana disobbedienza sta provocando alla sua famiglia. Da marittimo sotto contratto a licenziato, senza lavoro per 3 anni e mezzo, alla ricerca solitaria dei propri diritti. Fra momenti di sconforto, aiuti degli amici, spese ordinarie “offerte” dalla Caritas ed un mutuo sempre più difficile da pagare. E stamattina Salvatore Comandatore stava per crollare

Per fortuna ha avuto amici al fianco che lo hanno sostenuto nei momenti più neri. Neri come il mare macchiato dalle attività illecite di una società, la Compagnia Guardia Ai Fuochi Ed Antinquinamento Da Idrocarburi Archimede di Siracusa, che gli ha ordinato di svuotare la Sentina, piena di acqua commiste a cospicue quantità di gasolio perduto da manicotti usurati oltre ogni tolleranza. Sversare in mare qualche migliaio di liquidi inquinanti per evitare la spesa di uno smaltimento adeguato. Salvatore disobbedisce. E paga.

Neri come i paraocchi della Capitaneria di porto, committente della Società, che non riesce a vedere nulla quando imbarcazioni prive di ogni idoneità, obsolete, prive di ogni dispositivo di sicurezza, abituate a pratiche illegali, come foto e testimonianze confermano. Nero come fumi e scarichi della Raffineria, che gode del sevigio della Archimede, senza però esserne direttamente responsabile perchè la colpa ormai è solo della Capitaneria. Quello che succede sotto gli occhi, davanti ai pontili in uso lla Raffineria, attorno alle petroliere, va sempre bene.

Salvatore non rispetta l’ordine di sversare in mare ciò che non deve essere sversato in mare.

Licenziato, nel 2019.

Il 6 giugno 2022 il Tribunale di Gela, in funzione di Giudice del lavoro, dichiaraa illegittimo il licenziamento, condanna la Società archimede alla reintegrazione nel posto di lavoro in precedenza occupato, al pagamento in favore del ricorrente dell’indennità risarcitoria prevista dalla legge. Condanna la parte resistente al versamento in favore di Salvatore dei contributi previdenziali ed assistenziali.

E condanna la Società archimede pure al pagamento delle spese processuali.

Nella sentenza si riconosce il carattere ritorsivo del licenziamento, “posto in essere al solo scopo di punire Comandarote per avere, insieme ad altri dipendenti, tilasciato dichiarazioni all’ispettorato del lavoro relativamente ad alcune irregolarità commesse dalla datrice di lavoro e che hanno determinato una sanzione pecuniaria piuttosto elevata”.

Vittoria?

Niente affatto.
Non c’è stata alcuna reintegra, alcun pagamento, alcun rispetto della sentenza del Giudice del Lavoro.

I Sindacati non si sa bene di cosa si stessero occupando in quel peiriodo perché, consapevoli di tutto, non si sono fatti trovare al fianco del lavoratore.

Trascorrono mesi, in attesa dell’applicazione della sentenza.

Nel novembre 2022, sfiancato, moralmente, fisicamente ed economicamente nell’interminabile attesa Salvatore, incoraggiato e sostenuto da alcuni amici, Sporge querela presso La Guardia di Finanza di Gela per tutti i reati che si ravvisano a seguito del mancato rispetto della sentenza precedente.

Ma la Giustizia ha tempi che non si conciliano col malessere delle persone.
Così dal 18 settembre Salvatore Comandatore è incatenato davanti al Palazzo di Ingiustizia per vedersi riconosciuto quanto gli spetta.

Da settimane vive lì notte e giorno, fra la assurda indifferenza della maggior parte delle centinaia di figure che popolano il Tribunale ogni giorno. QUest’uomo ha protetto i Gelesi, il loro mare, la vita. Solo la Famiglia e pochi amici gli fanno compagnia.
Non va lasciato solo.

Ed è inammissibile che a lasciarlo ancora più solo siano SIndacati e Politica. Tutti sanno, in particolare il Sindaco Lucio Greco, informato in ogni modo dei fatti, che sta mostrando una totale indifferenza, come se il fatto non lo riguardasse.

Quest’uomo sta lottando per tutti quei lavoratori che non denunciano per paura di ritorsioni.
Per questo è una battaglia da vincere ad ogni costo.

Da sempre il ricatto occupazionale, lavorativo, ha pesato sulle teste dei gelesi che hanno accettato l’illecito e l’immorale fino a pagare col sangue dei figli la follia petrolchimica e la dittatura dell’ENI. Un Salvatore Comandatore non basta.

L’olocausto gelese non è ancora finito

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