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Il flop del treno Frecciabianca: dieci passeggeri a corsa. E ora stop per tutta l’estate

Un’estate senza treni fra Palermo e Catania, solo autobus che dovranno percorrere la tormentata autostrada disseminata di cantieri. Nessun regionale e niente Frecciabianca, il supertreno che finora ha viaggiato semivuoto e con la stessa velocità di qualunque convoglio locale, fortemente voluto dal sottosegretario ai Trasporti Giancarlo Cancelleri e inaugurato in pompa magna nel novembre scorso. Dal 12 giugno e fino al 12 settembre la linea Palermo-Catania sarà chiusa fra Bicocca e Catenanuova per complessi lavori legati al raddoppio ferroviario che fanno parte della grande opera da più di 9 miliardi di euro per la velocizzazione della Palermo-Catania-Messina. Trenitalia ha deciso perciò di sospendere la circolazione fra i due capoluoghi sostituendo tutte le corse con autobus. Il tutto in piena stagione turistica. “Sono lavori fondamentali per andare avanti con il raddoppio – spiega il commissario Rfi per l’opera, Filippo Palazzo – si svolgono, come sempre, d’estate per limitare i disagi di studenti e pendolari”.

Così le distanze fra Palermo e Catania, complice una A-19 a pezzi, tornano ad allungarsi. Sul sito di Trenitalia si può scegliere fra un percorso di 4 ore e 8 minuti in pullman e uno di 5 ore e 4 minuti in treno con un cambio, passando per Messina. Lavori che non potevano essere rimandati ma che hanno un effetto collaterale anche sul primo “Freccia” che era sbarcato in Sicilia alla fine dello scorso anno. Spariscono i due Frecciabianca da Palermo a Messina via Catania e viceversa che Trenitalia effettuava “a mercato”, cioè senza alcun contributo pubblico, come invece avviene per InterCity e Regionali. Un servizio per il quale si era speso il sottosegretario Cancelleri, che lo aveva indicato come il primo passo verso collegamenti ferroviari più moderni fra l’Isola e il resto d’Italia.

E se Cancelleri e le Ferrovie non vogliono sentir parlare di soppressione del treno, alcuni indizi lasciano temere che quello del 12 giugno sarà un addio. “Certamente non era molto utilizzato – spiega Giovanni Russo, dell’Associazione ferrovie siciliane – in media su ogni Frecciabianca viaggiano da 10 a 20 passeggeri”. Poco per giustificare il costo di un convoglio già ridotto da otto a quattro carrozze, che possono pur sempre contenere circa 350 viaggiatori.

Ma non è solo questo a preoccupare i sindacati: “Lo scorso anno sono arrivate le carrozze e quattro locomotori con livrea Frecciabianca – racconta Michele Barresi, della Uil Trasporti di Messina – adesso due di questi sono stati già riportati a Roma, privati del marchio Frecciabianca e destinati agli InterCity Giorno. Dal 12 andrà via anche il resto del materiale e temiamo che a settembre non tornerà”.

Una preoccupazione anche sul fronte occupazionale: “Intorno ai due convogli – continua Barresi – lavorano circa 35 persone”. Ma il viaggio siciliano del Frecciabianca al momento sembra arrivato all’ultima fermata. A settembre si saprà con certezza cosa ne sarà della lenta Freccia che attraversava il Nisseno, bacino elettorale del sottosegretario. Che però potrebbe avere un asso nella manica: accettare il disimpegno di Trenitalia dal Frecciabianca ma utilizzarlo per ottenere al ministero nuovi fondi per un terzo Intercity per Roma, quello da Agrigento cancellato molti anni fa e che collegherebbe anche Enna e Caltanissetta, ma stavolta a spese dello Stato.

Sempre aspettando i promessi “mini-Frecciarossa” che sostituiranno gli InterCity. “Ma per farli viaggiare bisognerà adeguare i 90 chilometri di binario unico della Palermo- Messina, la linea dove passa il 30 per cento del traffico siciliano ma che è stata raddoppiata solo in parte e senza nuovi investimenti previsti”, avverte Barresi. L’alta velocità, insomma, è ancora lontana. Quest’estate ancora di più.

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