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Green Pass: il nodo dei controlli, il chiarimento del Viminale

La verifica dell’identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme.

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Green Pass: il nodo dei controlli, il chiarimento del Viminale

Nella circolare del Ministero degli Interni: ‘Gli esercenti controllino le identità in caso di incongruenze’

 

Il controllo del Green pass all’ingresso di un bar a Roma © ANSA

Redazione ANSA

ROMA

10 agosto 202121:37NEWS

 

 

“La verifica dell’identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme.

 

 

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Come ad esempio quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione”. E’ quanto si legge nella circolare del Viminale – anticipata dal Corriere – che chiarisce le modalità di verifica del Green pass, anche da parte degli esercenti.Inoltre “nelle suindicate fattispecie l’avventore è tenuto all’esibizione del documento di identità”.

 

Parte la stretta del Viminale sui controlli del Green pass da parte delle forze dell’ordine, con verifiche a campione e in particolare nei luoghi turistici e della movida. Ma resta aperta la questione sulle verifiche da parte dei gestori. Il Garante della Privacy, citando il Dpcm dello scorso 17 giugno, fa notare che anche “i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi” possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d’identità. Indicazioni che vanno in una direzione diversa rispetto a quanto affermato ieri dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per la quale saranno sì i titolari a dover controllare il lasciapassare all’entrata nei ristoranti, ma “non potranno chiedere la carta d’identità ai clienti”.

A Palazzo Chigi, così come al Viminale, la linea è che comunque che controlli e sanzioni vadano fatti, per non vanificare la misura del pass. Un chiarimento è arrivato. appunto, con una circolare interpretativa del Viminale utile a spiegare in particolare il quarto comma dell’articolo 13 dello stesso documento, secondo cui all’atto della verifica l’intestatario della certificazione Covid “dimostra, a richiesta dei verificatori (…), la propria identità personale mediante l’esibizione di un documento di identità”.

I ristoratori però sottolineano: “ci auguriamo che la nostra ‘richiesta’ della carta di identità avvenga soltanto laddove si ravvisi una palese contraffazione del certificato. E in quel caso, se il cliente si rifiuta di esibire il documento, chiameremmo le forze dell’ordine. Non possiamo sostituirci a un pubblico ufficiale”, avverte il direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio, Roberto Calugi. E nel caso di sanzioni anche per i gestori, aggiunge: “valuteremmo dei ricorsi, ma sarà il nostro Consiglio direttivo a decidere”.

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