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Parla la mamma del piccolino: “Se mio figlio è ridotto così è colpa dei medici dell’ospedale di Gela”

Gela – “Se nostro figlio è ridotto così è colpa dei medici dell’ospedale di Gela”. Parlano i giovani genitori del bimbo di tre anni che ha ingoiato la batteria.

“Il nostro bambino è stato operato dopo sei ore e mezzo da quando è accaduto il fatto – dice la mamma Manuela – siamo arrivati in ospedale alle 18 ed io ho raccontato ai medici cosa era successo. Non mi hanno creduto. Mi hanno detto che era impossibile. Se mio figlio avesse ingerito una batteria, secondo le loro dichiarazioni, sarebbe morto e invece c’era e stava male. Mi hanno scambiata per una visionaria. Solo grazie alle radiografie sono stata creduta e in quel momento, ed erano trascorse già quasi 4 ore, si è messa in moto la macchina del trasferimento a Catania, tutto questo dopo l’intervento dei Carabinieri ed il cambio turno del personale. Mio figlio non è stato visitato, abbiamo perso troppo tempo, troppo. Non sono stati eseguiti esami di laboratorio. Siamo partiti alle 22,20 e quando siamo arrivati all’ospedale San Marco di Catania, alle 23,40,  i medici hanno espresso giudizi negativi sulla gestione del caso da parte dell’ospedale di Gela e intendo tutti, quelli del pronto soccorso e quelli della pediatria. Il bambino è stato operato alle 00,30 con procedura di urgenza ma sei ore dal momento in cui ha deglutito la batteria sono davvero troppe”.

E intanto i gruppi di preghiera a sostegno delle condizioni di salute del piccolo si moltiplicano.

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