Gela

La stagione balneare inizia, e Gela rischia già di farsi male. Disabili dimenticati.

Strutture inaccessibili, pedane improvvisate o inesistenti. Pericolo di caduta.

La stagione balneare quest’anno ha preso avvio con il mese di maggio, subito dopo la festa dei lavoratori.

E già le splendide spiagge gelesi, specialmente in questa domenica soleggiata e calda, si sono riempite  di cittadini pronti per il primo bagno dell’anno. Ma come tutti gli anni, i disagi hanno cominciato a farsi sentire, e noi in città non possiamo fare a meno che notarli.

Sulla sabbia di Gela colore della paglia mi stendevo fanciullo in riva al mare, antico di Grecia con molti sogni, nei pugni, stretti nel petto.

Così recita il monumento dedicato a Quasimodo sul lungomare Federico II di Svevia. La scritta è abbastanza sbiadita, ma per ogni buon gelese e turista che abbia un minimo di cultura è facilmente intuibile il collegamento allo scrittore innamorato delle nostre spiagge. Eppure, leggendo questi versi, mi viene il dubbio se tale amore risulta essere anche nel cuore di coloro che dovrebbero prendersi cura del nostro territorio, limitando l’inquinamento ambientale e incoraggiando di conseguenza la salvaguardia del nostro ambiente marittimo e non solo.

Il dubbio si cela proprio dietro la visione di posti totalmente inaccessibili a tutti, sporchi e pericolosi al passaggio della gente che potrebbe rischiare da un momento all’altro di inciampare o di ritrovarsi in caduta libera sotto una frana di legno vecchio e instabile, come quello delle passerelle che vi sto per mostrare.

 

 

 

 

 

 

 

Questa è una delle pedane più pericolose della città, non ancora transennata. Il rischio è proprio quello che si rompa una delle travi poco sicure, e che spezzandosi possa far danno a chi sfortunatamente si ritrovi di passaggio. Le travi sono quasi tutte staccate dalle assi portanti, traballano e possono ribaltarsi in qualsiasi momento. La struttura risulta fatiscente e difficilmente accessibile alla fine, dove nessun disabile potrebbe mai raggiungere la spiaggia, ed a stento neanche i normodotati costretti a fare il giro sulla sabbia o darsi i turni per passare dallo strettoio.

Questa è, invece, la “via di accesso” alla spiaggia che si trova nella rotonda est di Macchitella. La pedana è quasi del tutto assente e il resto del posto parla da sé.

Vetri rotti per terra, bottiglie spaccate, e sporcizia tutto intorno. E tutto questo proprio sopra i campetti da basket, sempre pieni di bambini e ragazzi che giocano e vorrebbero solo divertirsi nella loro città.

Sono tante le strutture che potrebbero costituire un serio rischio per ognuno di noi, e di certo in queste condizioni Gela non è di certo incoraggiata nell’azione di ospitare turisti e stranieri, ma nemmeno gli stessi autoctoni.

Inoltre, emerge il serio problema della disabilità perché è assolutamente inutile omaggiare o ricordare in occasioni “speciali” gente che vive determinate condizioni tutti i giorni quotidianamente. Infatti, ritengo opportuno porre attenzione sul caso delle passerelle per il semplice motivo che questa problematica non può e non deve riapparire ogni anno durante il periodo estivo. I cittadini devono essere attenzionati in ogni loro aspetto della vita civile e sociale, dando l’opportunità a gente che non può accedere normalmente a siti come le spiagge, non solo in un periodo ristretto dell’anno e solo perché dietro ci sono state mille segnalazioni. Ma questa gente, come tutti, merita e ha il diritto di accedere alle spiagge, anche solo per ammirare un tramonto, tutto l’anno senza distinzione con gli altri cittadini. 

Ancora oggi, dopo tanta “sensibilizzazione” ci ritroviamo costretti a segnalare problemi del genere, che dovrebbero essere gestiti puntualmente in ogni periodo dell’anno.

Non a caso in tutto il lungo mare non è stata ancora sistemata una passerella che arrivi sul serio fin sull’acqua per far accedere i disabili come si deve alla spiaggia e al mare. Nessun tipo di ausilio o strada predisposta è, infatti, visibile in chilometri e chilometri di costa. 

A questo proposito, ci auguriamo vivamente che molto prima di agosto le cose possano cambiare, nell’ottica di un’estate che qui a Gela è già cominciata, e quasi mai finita.

 

 

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