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TeleJato chiude, addio alla storica emittente siciliana in lotta contro la mafia

on ci è riuscita la mafia con i suoi attentati, non ci sono riusciti pezzi del tribunale di Palermo, ma ci riesce lo Stato». TeleJato, emittente siciliana che in oltre trent’anni di vita ha raccontato notizie, inchieste e minacce della criminalità organizzata sul territorio tra Partinico e Corleone, si spegne. Lo annuncia Pino Maniaci, storico direttore: TeleJato non è stata ammessa nella graduatoria del nuovo digitale terrestre. Già dieci anni fa, con l’arrivo del digitale terrestre, il rischio era stato corso, ma l’emittente riuscì a restare a galla unendosi a un consorzio. Questa volta, però, la chiusura è stata ineluttabile.

«Per poter continuare dovevamo pagare una tassa di 40mila euro all’anno, non avremmo mai potuto sostenere una tale spesa con tre minuti di pubblicità durante il telegiornale», spiega il direttore al Corriere del Mezzogiorno. L’emittente è stata fondata nel 1989 da Alberto Lo Iacono, ed era legata a Rifondazione Comunista. Pino Maniaci, imprenditore edile, rilevò l’emittente nel 1999 in «imminente collasso finanziario», e ne fece un canale televisivo che diventò un punto di riferimento.

«Quando abbiamo preso in gestione Telejato non avevamo niente: abbiamo iniziato all’interno di una stanza di pochi metri quadri, con un computer un po’ malandato e con un sogno: quello di rompere il culo alla mafia e ai poteri forti. Era il 1999 e da allora ne sono successe di cose», ha spiegato Maniaci. «Abbiamo difeso questa emittente con le unghie e con i denti, prima dai mafiosi e poi da un pezzo di magistratura palermitana. Oggi l’ennesima battaglia, e stavolta non c’entra nulla la mafia».

«Oggi cerchiamo di sopravvivere con la pagina Web e con la Web Tv e con la speranza di un nuovo contratto». Al momento TeleJato trasmesse in streaming sul sito Telejato.it sui canali social e, su Tvm, ha ottenuto alcune finestre per i telegiornali che vanno in onda alle 14 alle 15, dalle 20.30 alle 21.30 e da mezzanotte all’una.

In un commosso video postato su YouTube, il fondatore di TeleJato spiega: «Le nostre frequenze sono state vendute al 5g. In Sicilia ha vinto l’appalto la Rai, in altre regioni Mediaset». A lui è toccato il compito di staccare tutto, e da quel momento il segnale della sua emittente è spento. «Stentiamo ancora a crederci ma purtroppo questa è la realtà dei fatti. Un grazie dal profondo del cuore va a tutte le persone che in questi anni hanno collaborato con noi, a chi è rimasto, a chi ogni tanto torna, a chi non c’è più, a chi continuerà ad esserci».

Maniaci, però, non vuole pensare che sia tutto finito. Lui, che ha combattuto tante battaglie (ha preso più di 380 querele), è pronto a ripartire. «Non possiamo pensare che sarà un decreto ministeriale a metterci il bavaglio. Abbiamo cercato alternative, potenziando il web e avviando lo streaming del nostro canale su telejato.it. Tuttavia, comprendiamo che gran parte del nostro pubblico è composto anche da persone meno avvezze alla tecnologia, e che vorrebbero continuare a seguirci in tv. È anche per loro che vogliamo continuare a trasmettere». Per questo è stata lanciata una raccolta fondi su GoFundMe. «Aiutateci a superare questo ennesimo ostacolo, se così possiamo definirlo. Ogni piccolo contributo è preziosissimo. Non lasciateci soli». (VanityFaire)

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