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Medici senza frontiere e.. senza mascherine

Caltanissetta – Medici senza frontiere era lo slogan di qualche tempo fa. Oggi si può affermare che i medici italiani, e operatori in genere sono senza frontiere e senza mascherine. I primi casi di contagio sono stati registrati a Caltagirone, Catania ed in altre zone dell’Italia. Quanti medici devono morire prima che vengano dotato dei Dispositivi di protezione personale. In Cina circa 81 mila contagi e 3.300 morti. In Italia 31 mila contagi e 2550 morti e allora in Cina 1 miliardo e 600 milioni popolazione in Italia 60 milioni c’è qualcosa che non torna nel quadro complessivo della sanità di cui non si può certo andare orgogliosi. Con un trend  che viaggia a 475 morti al giorno, l’Italia ha superato la Cina. Le scorribande politiche sui tagli alla sanità stanno producendo gli effetti a distanza.

Nonostante gli forzi che il personale sanitario stia compiendo lavorando in condizioni apocalittiche, senza riserve con spirito di servizio ed abnegazione alla professione, la situazione dei presidi di protezione a disposizione della categoria è carente. Questi eroi moderni operano con Dpi (dispositivi di protezione individuale) insufficienti, ed in alcuni casi estremi, inesistenti o inadeguati.  Una poco razionale distribuzione dei presidi,  sta mettendo a repentaglio la salute dei lavoratori  costretti ad affrontare la pandemia con mezzi di fortuna: in alcuni casi hanno utilizzato le mascherine in tessuto sintetico, non a norma nel caso di pandemia da Covid 19. Agli operatori, invece, serve una corretta distribuzione dei Dpi (calzari, tute integrali, guanti lunghi, mascherine FFP3/FFP2, visiere, cartella elettronica, percorsi differenziati e chiari sporco/pulito).  Mancano le zone filtro e, ad oggi, non c’è una pianificazione dell’allocazione dei posti letto secondo una stratificazione dei pazienti in base ai tamponi (negativi, positivi ed in attesa di risultato: dovrebbero essere collocati in zone separate e non comunicanti). È bene considerare che, in questi giorni, non è stata contemplata nell’unità di crisi utile a gestire la situazione. E il Governatore della Sicilia Musumeci, si strappa la mascherina falsa e la getta via in segno di protesta.

I medici di famiglia si organizzano come possono. C’è chi è tentato di chiudere tutto ma non può. Ecco la norma: “Chiunque, fuori dei casi previsti da particolari disposizioni di legge [330, 331, 431, 432, 433], cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino a un anno. Quando la condotta di cui al primo comma è posta in essere nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico, si applica la reclusione fino a due anni”.

Chi lavora ancora dopo 45 anni di servizio e si organizza per tutelare sè stesso e i pazienti

“La situazione della carenza di DPI è generalizzata – commenta il Presidente dell’Ordine dei medici di Caltanissetta, Giovanni D’Ippolito – l’Ordine professionale ha inoltrato le richieste di concerto con la dirigenza dell’Asp. Siamo in trincea a facciamo il nostro dovere obbedendo al giuramento di Ippocrate. Non siamo eroi. Siamo professionisti particolari che si occupano della vita della gente. Continuiamo a farlo in questo momento difficile. I medici di famiglia conoscono le regole e sanno che gli studi devono rimanere aperti ma solo per i casi urgenti e seguendo le regole di distanza : si lavora per appuntamento evitando accuratamente gli assembramenti, vista l’emergenza. L’Ordine professionale, se continuano a scarseggiare i DPI, interverremo direttamente. Nel frattempo continuiamo l’opera di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini e con gli stessi iscritti che sono ben consapevoli del loro dovere”.

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