Cronaca

Poker: questo il sistema tecnologico

Videospiegazione ed interviste all'interno

Gela : C’è chi si è giocato la casa, chi ha perso 200 mila euro, chi la liquidazione, chi giocava a credito. Tutti ludopatici i truffati che venivano invitati a giocare le partite che venivano pilotate. Le vittime sono almeno una dozzina. Sul tavolo, c’erano dai 30 ai 250mila euro. Il capo dell’organizzatore è LAURIA accusato di traffico di cocaina che usata anche durante le serate per allungare le serate nella bisca di via Citelli 29. Il sitema si chiama ‘pina’. Il fiscere individuava la carta vincente attraverso un codice che trasmette il segnale attraverso un codice audio con un auricolare nascosto fra i capelli.

Lo chiamavano “Pina” il marchingegno elettronico inventato per leggere le carte da poker, truccate da impercettibili codici a barre, in una bisca clandestina aperta al n. 29 di Via Citelli, nei pressi del cavalcavia di via Venezia, a Gela dove venivano truffati facoltosi giocatori di “Texas Hold’em”, a rilancio libero, senza limiti. Sette gli “uomini d’oro” che avevano messo in piedi questa associazione a delinquere disarticolata dai carabinieri che hanno proceduto all’arresto di tre di loro, ritenuti promotori e organizzatori della grande truffa del valore di centinaia di migliaia di euro. L’operazione, denominata “Showdown”, è stata portata a termine stanotte nelle province di Caltanissetta e Agrigento, in esecuzione di provvedimenti cautelari emessi dal gip del tribunale di Gela, su richiesta della Procura di Gela. Gli arrestati sono Vincenzo Lauria, inteso “Massimo”, di 47 anni, ritenuto il regista occulto della banda,  Calogero Lo Porto, detto “Carlo”, di 33 anni, e Rosario Enea Romano, di 37 anni, tutti gelesi, posti ai domiciliari. Con loro risultano indagati e denuncianti a piede libero Angelo Mangione, di 44 anni, Antonino Cristaldi, di 45 anni, e Vito Cristaldi, di 47 anni, tutti di Enna, insieme a Michelangelo Bevilacqua, di 42 anni, di Gela. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al gioco d’azzardo. Il sistema Hi-Tech messo in piedi da Lauria, sempre presente tra i pokeristi al tavolo di gioco, disponeva di un software di elaborazione dati forniti dal lettore a raggi infrarossi di codici a barre celato in un normale porta-fiches, che permetteva di individuare la sequenza del punteggio e il giocatore vincente. Lauria riceveva anzitempo l’informazione attraverso un auricolare bluetooth e un cellulare, quindi con un segno convenzionale, toccava le fiches di colore rosso per dare il via ai complici di pilotare il gioco nelle varie mani. Durante le indagini, scattate nel 2018 dopo alcune segnalazioni giunte al comando del reparto territoriale dei carabinieri, è stato accertato che Lauria avrebbe ceduto dosi di eroina ai giocatori d’azzardo per tenerli più a lungo al tavolo della bisca. I giocatori venivano reclutati da Romano e Lo Porto tra commercianti, imprenditori, gente facoltosa che poteva disporre di ingenti somme di denaro. In una serata media di gioco, come quella durante la quale i carabinieri fecero l’irruzione, c’erano sul tavolo 10 mila euro. Almeno una dozzina i pokeristi partecipanti al gioco che si spostava anche a Enna e Licata in sale perfettamente attrezzate e isonorizzate per non far sentire fuori quel che si diceva dentro. Il colonnello Daidone, comandante provinciale dei carabinieri, ha voluto evidenziare, durante la conferenza stampa, il cinismo dei componenti della banda nella ricerca dei giocatori, spezzo affetti dal vizio patologico del gioco (ludopatia). Avevano ammesso uno che stava per vendere casa sua e l’indomani avrebbe perciò potuto disporre di 200 mila euro. In un ristorante andavano a pranzo e cena e pagavano con fiches anche perchè sapevano che l’indomani quello se li andava a giocare e li avrebbe persi al tavolo del poker. Uno ci ha lasciato tutto il Tfr preso al momento di andare in pensione. Fino a quando qualche moglie e qualche deluso ha denunciato tutto ai carabinieri e, fatte le più accurate indagini, hanno scoperto con il gps la sede della bisca, individuati i componenti della banda e proceduto agli arresti.

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