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Presepe vivente nella chiesa di San Rocco a Cantina Sociale

Un museo vero proprio del presepe.

A Gela, all’interno della chiesa di San Rocco, nel quartiere Cantina Sociale, si può ammirare un presepe artistico di  Pellegrino De Risi con statuine realizzate da Vincenzo Velardita, oltre ciò si può visitare la collezione di presepi del parroco Padre Enzo Romano.

È il giorno del presepe. Papa Bergoglio vorrebbe che la sua tradizione venisse preservata, lo scrive nella sua ultima lettera apostolica Admirabile signum: “Con questa Lettera vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe. Come pure la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze”. Francesco d’Assisi ha messo in scena il primo presepe vivente, anche se è chiaro che la sua intenzione dovesse essere altra, potremmo definirla “mistica della consistenza” per dare compimento a un sogno, anzi permettere al sogno di farsi acchiappare fisicamente.

È Bergoglio non ancora Papa Francesco che parla: “Ci avviciniamo al presepe, dove albeggia “una grande luce” (Mt 4,16), una luce nascosta nel silenzio di Nazareth e nella pace notturna di Betlemme; eppure presto si manifesterà a tutte le genti (Is 60,1-3; Mt 2,2-9) e ai discepoli (Mt 17,12; Lc 2,32). È la luce del mondo (Gv 8,12; 9,5; 12,46), la luce in cui dobbiamo camminare per esserne figli (Gv 12,36)”. Lontano dai linguaggi dotti della teologia ufficiale, il presepe ancora oggi comunica la gioia della salvezza all’uomo qualunque che, in maniera distratta, continua a festeggiare il Natale. Mito, simbolo e tradizione fanno del presepe un intreccio di storie che consentono di custodire la tradizione di un popolo, esprimendo la mai risolta assimilazione di un culto nuovo alla civiltà preesistente. Il presepe è dunque lo sposarsi del Verbo che si fa carne con i miti, le favole, i racconti e le suggestioni di un popolo che continua a conservare il suo passato, benché anni di cristianesimo. Leggenda, storia, fantasia, verità, mito, cronaca tutto si fonde e confonde in questo avvenimento: Cristo si è fatto carne nostra! E così presepe diventa un racconto da passare, un Vangelo senza libro da raccontare.

 

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