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Ius Scholae. Letta spinge sulla riforma della cittadinanza, Meloni e Salvini non mollano.

«Noi sosterremo fino alla fine della legislatura questo governo e non un altro: se ci fossero traumi e cambiamenti, non saremmo più della partita».

Il segretario del Pd Enrico Letta, dopo i buoni risultati delle amministrative, assume un piglio forte. Stoppa le eventuali fughe in avanti di Giuseppe Conte, come un appoggio esterno al governo, che obbligherebbe poi il Movimento a correre alle urne da solo, rinunciando all’alleanza coi Dem. E non è meno ruvido quando accusa chi è contro lo ius scholae, ovvero Meloni e Salvini, di volere «la continuità della razza italiana».

Il segretario non solo definisce la Lega come un «partito di cloni di Salvini che non funziona più», ma lancia una frecciatina anche a Conte e Di Maio, capi di «partiti personali», rimarcando la «diversità» del Pd, «una comunità di cui io sono portavoce». E aggiunge: «Non abbiamo paura possiamo vincere».

Dalla direzione del Pd, riunito soprattutto per celebrare il risultato delle amministrative, Letta dice: «Se non ci fossimo stati noi, il Paese ora sarebbe invaso da una marea di destra e invece abbiamo davanti la prospettiva di costruire un progetto per gli italiani, non alleanze astratte. Un progetto con chi ci starà, senza veti ma con la voglia di incontrare il consenso degli elettori».

Da destra, appunto, Matteo Salvini e Giorgia Meloni alzano la voce. Il casus belli sono la riforma della cittadinanza con lo ius scholae e la depenalizzazione della cannabis, temi identitari per eccellenza, per ora rimandati dalla Camera alla seconda settimana di luglio.

«La vedo grigia – dice il leghista Riccardo Molinari– si va verso l’irreparabile». «Mentre gli italiani hanno problemi di stipendi troppo bassi e bollette troppo alte, la sinistra blocca il Parlamento con leggi per legalizzare le droghe e regalare cittadinanze agli immigrati. Una follia, un insulto non solo alla Lega ma soprattutto ai milioni di cittadini in difficoltà», tuona Matteo Salvini. Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari costituzionali e relatore di minoranza della legge sullo ius scholae, annuncia di aver «depositato 1500 emendamenti. Faremo di tutto per evitare che l’attuale legge sulla cittadinanza italiana venga stravolta da questo scempio».

La Lega e Fratelli d’Italia sono sulle barricate. E Forza Italia si adegua, nonostante la spaccatura che il coordinatore del partito Antonio Tajani non riesce a ricomporre. La forzista Renata Polverini è infatti a favore dello ius scholae.

La Camera potrebbe votare il progetto di legge sullo ius scholae tra una decina di giorni. Se il centrosinistra voterà il provvedimento, un minuto dopo la Lega dichiarerà finita l’esperienza di maggioranza. Che è poi quello che si augura Giorgia Meloni. «Se vuoi cannabis e ius scholae abbi il coraggio di andare a elezioni e chiederlo agli italiani», ha detto.

La Lega risponde: «Spiace che il Pd, che una volta rappresentava i lavoratori, adesso abbia come priorità droga e immigrati. Le minacce di Letta? Non spaventano nessuno, Enrico stia sereno».

Salvini, racconta La Stampa, vorrebbe un intervento di Draghi per persuadere il centrosinistra ad abbandonare i due progetti di legge. Ma il premier ha detto chiaramente di voler lasciar fare al Parlamento.

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