La pantomima dell’azzeramento della giunta…..
Gela – Ma cos’è questa crisi?
In un primo momento abbiamo scritto: Il sindaco Greco ‘azzerra’ la giunta. La notizia era trapelata così dagli ambienti ( che non definiamo politici, perché non c’è nulla di politico, né di aderente alle regole degli Enti locali) del Palazzo di Città. Beh abbiamo sbagliato. Ammettere un errore è sintomo di correttezza. L’errore però stavolta è stato indotto perché il sindaco non ha defenestrato gli assessori, il che presupponeva un atto d’imperio deciso, serio e improcrastinabile. In realtà qualcosa c’è stato in quel Palazzo. Il sindaco aveva ‘chiesto le dimissioni’ agli assessori. Della serie: non ho il coraggio di metterti alla porta ma ti chiedo di andartene. In un primo momento gli assessori si sono preoccupati di perdere la poltrona: alcuni nicchiavano a presentare la lettera. Poi quando hanno capito che si trattava di una pantomima senza fondamento di concretezza, uno ad uno hanno capitolato accettando il ‘giochetto’. Una vera commedia grottesca degna del Cervates. Ma non è finita qui. Tutto sarebbe stato reale qualora le dimissioni fossero state consegnate al Segretario generale, garante della ufficialità degli atti pubblici dell’Ente. E invece il sindaco che fa? Tiene in un cassetto le lettere che, in queste condizioni sono carta straccia. Tirano un respiro di sollievo gli assessori che continuano a mantenere la carica, continuano a guadagnarsi lo stipendio, continuano a partecipare alle sedute del consiglio comunale con spavalderia e senza dare spiegazioni alla gente che aveva capito che il sindaco fosse senza esecutivo. La verità è che se in questi giorni fosse accaduto un accidenti in una ripartizione che fa capo ad un qualunque assessorato la responsabilità ricadrebbe sull’assessore competente perché di fatto, udite udite signori, non c’è stata alcuna dimissione. Da dieci giorni però rallentano le approvazioni delle delibere
Addirittura lo stesso ufficio stampa dell’amministrazione diffonde le notizie nei giorni successivi all’8 ottobre indicando gli assessori nelle loro mansioni regolamentari, come se nulla fosse accaduto, e infatti non è accaduto nulla. Basti consultare il sito del Comune di Gela. Facciamo un esempio:
Qui, 11 ottobre viene indicato l’assessore Malluzzo regolarmente, quindi la delega non è tornata al sindaco.
.
Nel comunicato di sopra, del 13 ottobre si parla di Di Stefano.
Nessun atto concreto. Solo fumo, solo parole e una solenne presa in giro per la città. Ci siamo caduti tutti, anche noi, solo per qualche giorno. Del resto se si pensa che un settore tanto importante come l’assessorato all’igiene è senza assessore da 15 mesi……
In questo clima di’ non crisi’, proliferano gli incontri, le telecronache minuto per minuto ( per chi le fa, naturalmente. Noi le riteniamo inutili!) , le aspettative, i sogni di taluni e i topi che nel frattempo si accoppiano e si moltiplicano in ogni angolo della città visto che non li ferma nessuno in quanto l’amministrazione è alla ricerca di un equilibrio che non interessa a nessuno visto che i cittadini aspettano i servizi e non certo sei posti di lavoro che non arricchiscono nessuno se non gli interessati ed impoveriscono la città visti i risultati.
Ecco le regole che vengono adottate in altri comuni: a Gela invece le lettere stanno nel cassetto…..
–il venir meno del rapporto di fiducia tra sindaco e assessore comunale identifica una “particolare esigenza di celerità” che consente di non dare comunicazione all’interessato dell’avvio del procedimento
- CONSIGLIO DI STATO – V Sezione – 6 marzo 2006, n. 1052>
legittimamente il presidente della provincia revoca l’incarico di assessore con motivazione riferita a dati di fatto, che fanno fede fino a querela di falso, che implicano l’affievolimento e il venir meno del rapporto fiduciario - TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE – Sicilia – Catania – I Sezione – 3 maggio 2007, n. 765>
è accoglibile una richiesta di risarcimento del danno derivante da un provvedimento di revoca dell’incarico di assessore annullato in sede giurisdizionale per difetto di motivazione - CONSIGLIO DI STATO – V Sezione – 21 gennaio 2009, n. 280>
la revoca dell’incarico di assessore non deve essere preceduta da una comunicazione di avvio del procedimento ai sensi della legge 241/1990 in quanto trattasi di incarico fiduciario che si fonda su valutazioni di opportunità politico-amministrativa - TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE – Puglia – Lecce – I Sezione – 21 ottobre 2009, n. 792>
quando una disposizione dello statuto comunale impone l’obbligo di assicurare la presenza in giunta di assessori di entrambi i sessi, si tratta di un’obbligazione “di risultato” che integra un vincolo non derogabile dagli accordi politici - TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE – Abruzzo – L’Aquila – I Sezione – 11 febbraio 2010, n. 74>
è legittimo il provvedimento con cui il Sindaco ha revocato l’incarico ad un assessore, ai sensi dell’articolo 46, comma 4, del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, motivato con esclusivo riferimento alla “rottura” del rapporto fiduciario sotteso al mandato assessorile - CONSIGLIO DI STATO – V Sezione – 27 aprile 2010, n. 2357>
la revoca dell’incarico di assessore è posta essenzialmente nella disponibilità del sindaco o del presidente della provincia, i quali devono renderne motivata comunicazione, tendenzialmente diretta al mantenimento di un corretto rapporto collaborativo tra sindaco-giunta/presidente provinciale e il consiglio comunale o provinciale, il quale potrebbe eventualmente opporsi a un simile atto. L’atto di revoca di un assessore comunale non rientra tra gli atti politici per i quali è precluso il ricorso alla giustizia amministrativa - TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE – Campania – Napoli – I Sezione – 10 marzo 2011, n. 1427>
le ragioni di opportunità politica poste alla base della nomina degli assessori comunali, che attribuiscono privilegio al dato politico rispetto a quello tecnico e tengono conto anche della necessità di rispettare il risultato elettorale conseguito dai singoli consiglieri comunali che potrebbero aspirare alla nomina, non possono in alcun caso costituire ostacolo per la concreta applicazione del precetto sancito dall’articolo 51 della Costituzione in materia di pari opportunità