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Salvatore Aldisio al centro della scena politica nazionale del secondo dopoguerra: elementi di similitudine con l’attuale fase storica post Covid.

Il prossimo 27 luglio 2022 ricorre il 58° anniversario della scomparsa dell’On. Salvatore Aldisio. La commemorazione cade in un momento difficile e complicato (forse il più drammatico dal dopoguerra ad oggi) della storia recente della nostra Repubblica, per via della crisi economica dovuta alle conseguenze della pandemia e della guerra in Ucraina (prezzo del gas, inflazione, etc.). Viviamo in un momento storico in cui l’incertezza, l’instabilità, l’inquietudine della gente regnano sovrane, dove la speranza ha lasciato il posto alla rabbia ed all’avversione verso la politica (almeno verso quella politica che ha costruito intorno a sé una sfera di privilegi che l’hanno allontanata dai problemi quotidiani dei cittadini).
La situazione – aggravata dalle vicende che hanno visto coinvolto l’attuale Governo dimissionario – ci impone dunque un momento di riflessione.
Elementi di similitudine si ravvisano tra l’attuale fase storica post Covid e quella del secondo dopoguerra, in cui la figura di Salvatore Aldisio è stata al centro della scena politica nazionale.
Una qualche somiglianza – anche se non un vero e proprio parallelismo – si può certo delineare tra il contesto del dopoguerra e quello attuale, entrambi caratterizzati da processi di transizione socio-politico-culturale, sia sul piano nazionale che internazionale: allora confusione e contrapposizione di visioni del potere dopo gli
sconvolgimenti del conflitto mondiale, oggi disorientamenti crescenti delle democrazie europee di fronte agli effetti derivanti dalla globalizzazione (fenomeno portato alle sue estreme conseguenze) e dall’utilizzo massivo delle nuove tecnologie, nonché da uno sfruttamento sfrenato delle risorse primarie. Un anniversario che assume dunque un significato particolare, soprattutto ove si consideri che, allo stato, mancano, del tutto, figure di riferimento come quella di Aldisio, uomo delle istituzioni, in grado di cogliere e (re)interpretare le esigenze dei siciliani in un’ottica autonomistica.
L’attività politica di Aldisio, fondata sui valori irrinunciabili di libertà democratica e solidarietà cristiana nell’interesse della collettività, segnò una svolta nel corso della storia dell’Italia, della Sicilia ed, in particolar modo, del nostro territorio, perché ha condotto alla concessione di numerosi finanziamenti per la realizzazione di
2 infrastrutture strategiche ed opere pubbliche di notevole importanza per l’intera
comunità gelese.
Ecco che, ora come allora, siamo giunti ad un bivio in cui la nostra scelta non può che propendere per la via che insegue il buon senso piuttosto che il consenso, una via che comporti competenza, senso di responsabilità e coerenza nelle decisioni di chi ha l’onore e l’onere di amministrare la cosa pubblica.
Sentiamo il forte bisogno di una classe dirigente che sappia cogliere le opportunità del PNRR e dei finanziamenti provenienti dall’U.E. e che riesca ad interpretare le necessità delle future generazioni, attenzionando uno dei problemi che l’emergenza Covid ha reso manifesto: la tutela della salute.
Il totale dei fondi del PNRR destinati alla Sicilia sfiora i 797 milioni di euro. Gran parte di questi dovranno essere investiti nell’ambito della sanità. Le opere in progetto (già approvate) riguardano gli ospedali di prossimità e le centrali operative sanitarie.
Bisogna mobilitarsi affinché venga garantita un’assistenza sanitaria senza alcuna distinzione territoriale, secondo i principi di equità ed eguaglianza, ed un utilizzo più proporzionato delle risorse finanziarie teso alla risoluzione di problematiche riguardanti la chiusura continua di reparti e la cronica carenza di personale. Gela ha necessità di
fornire un’assistenza sanitaria che soddisfi le richieste di una realtà impegnativa, cosicché i fondi del PNRR rappresentano un’occasione da non lasciarsi sfuggire.
Aldisio ebbe la capacità di fronteggiare le difficoltà e di convertirle in un’opportunità per un rilancio economico e sociale del nostro territorio. Ed oggi, in una prospettiva di salvaguardia ambientale, valorizzare il nostro patrimonio culturale, storico e paesaggistico e puntare su settori alternativi quali quello turistico può fungere da
propulsore per la crescita economica della nostra città.
Auspichiamo, pertanto, che la mostra “Ulisse in Sicilia. I luoghi del Mito”, con l’esposizione della nave greca arcaica rinvenuta nel nostro mare, non rimanga un caso isolato ma che rappresenti l’inizio di un percorso virtuoso che porti ad una riscoperta  culturale della città di Gela.

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