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Gueli: “perchè leggere Dante è un viaggio della mente e del cuore……”

“Bisogna abbandonarsi alla lettura di Dante con la fede di un bambino senza essere condizionati da commenti e critiche letterarie, ma entrare nel racconto con l’ingenuità di un fanciullo”. Niscemi e Gela hanno celebrato insieme il DanteDi con una conferenza sul Perché leggere Dante’ che è stata dalla dirigente scolastica Agata Gueli. Già in passato la dirigente ha dato saggi della cultura classica e delle competenze dantesche su invito delle associazioni femminili. L’iniziativa di quest’anno è stata del Lions Club di Niscemi diretto dal Prof. Maurizio Caruso.com il patrocinio del Comune di Niscemi, del Museo civico, del IV circolo didattico di Gela e del secondo circolo di Niscemi diretti dalla prof. Gueli.

Ieri sulla pagina Facebook del Lions Club si terrà l’evento, dopo i saluti del SINDACO di Niscemi Massimiliano Conti e del presidente del Lions e del Direttore del Museo civico Francesco Mongelli. Le letture di passi scelti dai canti sono a cura di Francesco Gioitta

 

“ Si riprendono i versi della Commedia, ci esorta a rileggere i tratti salienti del percorso dantesco.

Il poeta Thomas Stern Eliot sottolinea che nessun altro poeta è come Dante per sperimentalismo linguistico ma soprattutto per ampiezza di sfumature emozionali – ha detto la dirigente Gueli –

E Borges ha affermato con forza che tutti dobbiamo leggere Dante. Bisogna abbandonarsi alla lettura di Dante con la fede di un bambino senza essere condizionati da commenti e critiche letterarie, ma entrare nel racconto con l’ingenuità di un fanciullo. Dante è lì, sta al centro dell’azione osserva e partecipa. Sempre Borges ribadisce che nessuno deve privarsi della gioia della lettura dei versi danteschi.

Non si pretende in poche righe di potere definire la grandezza e la molteplicità che sottendono al cosmo dantesco, ma il titolo rimanda nella sua asciutta essenzialità proprio a definire l’attualità del sommo poeta, la cui modernità ha travalicato i secoli.  Dante è un uomo del medioevo, espone idee e dottrine che appartengono a quel tempo, eppure le sue opere rimangono attuali e ne fanno un contemporaneo.

Dante parla il linguaggio universale e dà voce a chi anela ad un cambiamento morale contro la corruzione dei tempi. “il maledetto fiore ( fiorino) ha disviato le pecore e gli agni”.  A lui interessa l’essenza dell’uomo, che è sempre la stessa, e ciascuno può trovare nelle sue opere risposte ai grandi interrogativi della vita.

Dante ci esorta ad usare la ratio, quella ratio che ci serve per giungere alla consapevolezza del nostro vivere sulla terra. Ci insegna a non arrenderci  alla passività, perché esiste sempre  un margine di scelta, un argine difensivo contro l’omologazione delle coscienze. La stessa immagine della donna – angelo e del suo saluto che dona salus, che ai nostri giorni può sembrare anacronistica e surreale, diventa nella sua diversità culturale traccia della nostra identità che dobbiamo preservare e proteggere contro l’invadenza della ferinitas dei nostri tempi.

Allora leggiamo Dante, immergiamoci nei suoi versi, tuffiamoci nei suoi scritti, perché leggere Dante è ”un viaggio della mente e del cuore”.

 

Si legge ancora la Commedia perché è un’opera d’arte perfetta. Perché Dante ha creato un mondo fantastico ma del tutto verosimile e coerente nel suo funzionamento, per il suo realismo: perché nella letteratura in volgare prima di Dante le descrizioni della natura, degli uomini e delle emozioni erano sempre standardizzare, sempre uguali. Spesso erano molto efficaci, certo, ma era come se i poeti non guardassero quasi mai dal vivo la realtà. Dante, che è un uomo coltissimo, un intellettuale che conosce tanta letteratura, è invece un poeta della realtà, un poeta del mondo terreno, come è stato chiamato. E tutto questo lo fa nel momento stesso in cui fonda la tradizione letteraria italiana. Che è poi il motivo per il quale possiamo leggerlo ancora: perché la sua lingua è ancora la nostra lingua.

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