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Il sindaco dell’ ‘alter culpa’

Gela – Mentre la natura si manifesta in tutta la potenza nefasta, mentre la Sicilia è flagellata, nel ragusano una famiglia piange un congiunto morto a causa del maltempo e Gela che si piega di fronte alla bomba d’acqua, al Palazzo di città tutto si svolge nella normalità. La normalità dei giochetti di potere dove la città e le sue esigenze primarie sembrano tagliate fuori. Si è parlato di tutto ieri sera. Di tutto tranne che della città che affonda. L’allerta meteo non tange gli uomini di ferro ( si fa per dire naturalmente..!) Il sindaco presenta la sua giunta. Come se non la conoscesse nessuno. E’ un atto dovuto, dopo le dimissioni e la ricomposizione, si sa. Lo fa con la nonchalance di chi è sicuro di fare la cosa giusta. E dopo le esternazioni dell’opposizione si lancia alla solita filippica di accusa contro tutti. Nessun ‘mea culpa’: tutti hanno colpe tranne che lui stesso, una sicurezza mostrata che ravvisa l’esatto contrario dei ‘GRANDI’ che sanno di non sapere….!

E mentre il cielo si apre comincia a lanciare strali di fuoco anche lui . Comincia dicendo che le crisi non nascono spesso perchè c’è stato un fallimento: prima affermazione discutibile a difesa di sé stesso. Respinge le accuse dell’ opposizione tacciandole con termini ciceroniani: “prendano esempio dal governo nazionale ha detto –  che nasce dalla sinergia di colori diversi  per governare insieme per uno scopo derivante dall’emergenza. E invece l’opposizione che fa?  Non si presta in aiuto  sulla questione dei rifiuti e fa scelte elettoralistiche ;ha perso l’occasione di parlare del futuro della città  e dei progetti e propone le solite storielle trite e ritrite>. E rassicura tutti sul fatto che la maggioranza ha ritrovato l’unità. Si può immaginare cosa interessa ai cittadini della coesione della maggioranza quando si trova davanti ai fiumi di acqua della via Venezia o della via Paci o alle voragini pericolose della via Europa.

O cosa può interessare alla città del rendiconto 2020 che magari fra due anni sarà demolito dalla Corte dei conti come tutti i conti ‘caserecci’ che finiscono sotto inchiesta.

< Non è chiaro come la maggioranza si sia ricompattata – commenta la consigliera Farruggia –  appare quantomeno discutibile che il sindaco abbia aperto la crisi dopo la notifica sull’arrivo di 30 milioni di euro per la cui assegnazione c’è tanto da lavorare sui progetti>.  Dagli scranni dell’opposizione accuse pesanti: ‘una commedia esilarante – ha detto la Bennici di FdI per dividere le pagnotte a fronte di una squadra che non porta risultati’. “il sindaco si comporta come un dittatore – ha detto Scerra – non fornisce spiegazioni sulla crisi e non presenta neanche la relazione annuale”. “Un sindaco che accusa tutti tranne che sé stesso – dice Ascia del Pd – ha portato avanti le consultazioni con incontri casuali e poi elargisce poltrone per non affondare come ha fatto per essere eletto mettendo insieme, sulla carta, un progetto civico che non esiste più”. Alla fine l’opposizione lascia l’aula e la maggioranza approva il rendiconto per mostrare la compattezza. Si vedrà quando arriva a Palermo quanto questi conti siano corretti: eppure si vota si. Chisenefrega! Tanto quando arriveranno i correttivi ci sarà un altro governo anche se si sogna di restare seduti in quegli scranni a vita. Non una parola sulla città che affonda fra numeri da prima elementare e voragini virtuali e reali …….

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