Cronaca

Ristorante di Gubbio, l’intossicazione di pesce che ha causato diarrea è una fake news. Cosa è successo davvero

Massimiliano Casoli è il titolare del ristorante «Federico da Montefeltro» di Gubbio protagonista della notizia che ha fatto il giro del web nelle ultime ore.

È l’ora di cena, ci risponde al telefono mentre sta scrivendo una comanda. «Le notizie sull’intossicazione? False, tutte false. Nessuna intossicazione, stiamo scherzando?». Squilla il telefono, quello fisso. Trenta secondi di chiamata: «Ennesima telefonata goliardica, da stamattina prenotano e disdicono. Vogliono sapere se serviamo pesce crudo…».

Conviene fare un passo indietro e riavvolgere il nastro, partendo dalla «notizia» — che notizia non era — che si è diffusa nelle scorse ore. Secondo questa «non notizia», diversi clienti avrebbero avuto un’intossicazione alimentare da pesce crudo, che avrebbe causato dissenteria acuta. Tutto è nato da alcuni audio WhatsApp, che però sembrerebbero essere falsi. Secondo le testimonianze dei vocali, un gruppo di pesca sportiva si sarebbe recato nel locale con del tonno pescato in giornata, chiedendo di servirlo ai tavoli. Sempre stando alla versione dei messaggi – che però potrebbero essere stati creati ad arte – almeno quaranta persone avrebbero poi accusato una grave intossicazione alimentare. Alcuni sarebbero stati costretti a «defecare nei corridoi e negli angoli del ristorante, altri per strada». Altri ancora, in stato di ebbrezza, avrebbero «causato incidenti» in quei momenti concitati. «Hai visto che c’è l’associazione di Gubbio, quella che va a pesca di tonno? Hanno fatto il pranzo e hanno avuto la dissenteria – recita la voce in un audio -. Poi uno ubriaco ha rovinato tre macchine, i carabinieri sono arrivati e aveva tutte le feci sul sedile. Hanno bevuto ogni cosa, erano tutti ubriachi. Poi hanno chiamato due ambulanze, una donna l’hanno portata via perché le ha fatto male il pesce». E il racconto continua: «Per poter andare in bagno, hanno iniziato a girare tutti i bar e i ristoranti del centro di Gubbio. Non riuscendo a trovare un bagno, uno abitando lì vicino ha detto: “Prendo la macchina e vado a casa”. Solo che era ubriaco e si è ribaltato con l’auto».

A margine degli audio anche alcune foto, scatti che non contengono però alcun riferimento al ristorante.

A far sorgere il dubbio che si trattasse però di una notizia del tutto infondata è stato il fatto che la stessa non trovasse conferma in nessuna fonte ufficiale. A cominciare dall’azienda sanitaria locale Umbria 1, che dice di non aver ricevuto segnalazioni di gravi intossicazioni alimentari, né di aver ordinato ispezioni nel ristorante.

A fare chiarezza, al telefono con il Corriere della Sera, è il titolare del locale, Massimiliano Casoli: «L’episodio risale al 2 ottobre, il fatto che questo caso sia scoppiato dopo venti giorni dovrebbe essere già indicativo del fatto che si tratti di una fake news».

Quindi, quella sera, nessuna ambulanza? «No, il 118 purtroppo è intervenuto, ma non per un’intossicazione. Abbiamo chiamato l’ambulanza perché due persone, fratello e sorella, hanno avuto un abbassamento di pressione. A bordo della seconda ambulanza infatti c’era un cardiologo. Insomma, sono stati interventi che nulla hanno a che vedere con la qualità o la tipologia del cibo somministrato nel mio ristorante, con la preparazione dello stesso o con i metodi di cottura utilizzati, come a qualcuno piacerebbe far credere».

Casoli è già al lavoro per lasciarsi tutto questo caos alle spalle. «Ci siamo mossi legalmente, ma chi doveva capire la nostra buona fede ha capito». (corsera)

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