Gela – In tempo di coronavirus, come si fa l’albero di Natale? Con il simbolo del virus oppure con le mascherine. Con il virus sarebbe stato troppo aggressivo, meglio con il simbolo di questo anno inaspettato. È così l’albero di Natale che giganteggia alla sinistra dell’altare della chiesa Regina Pacis di Gela, fatto di mascherine. Fra le luci tipiche del Natale le mascherine di dimensioni variegate sembrano amache pronte a cullare il bambino Gesù, su una struttura di cuscini morbidi . Proteggono la Sacra Famiglia di Betlemme al centro della rappresentazione. “L’idea è del misto parrocchiano Salvatore Migliore – dice il parroco Don Angelo Strazzanti – che, come ogni anno ci regala un saggio della sua arte”.
E quest’anno che è piombato così pesante sull’umanita’, le mascherine svolazzano leggere sui personaggi quasi a volere nascondere la pesantezza di una tragedia che ha colpito il mondo. Sembrano volere assumere i colori delle luci ed invitare a portare un fardello leggero ma fondamentale. È questo il Natale 2020 e il Natale della chiesa di Fondo Iozza.
