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Giudice: è finito il tempo delle bugie

Esistono storie incredibili, veramente incredibili tanto da non apparire vere , quella dei 33 milioni di euro del Patto per il Sud è senza dubbio tra queste. Prima la festa, Gela avrà 33 milioni da impegnare in opere pubbliche. Bello, l’edilizia è misura anticiclica per eccellenza perché ha la capacità di mettere in moto la filiera del mondo delle costruzioni quindi lavorano tante attività, da coloro che vendono sabbia, ferro, pietrisco, cemento, chiodi fino ad arrivare all’impresa elettrica, a centinaia di lavoratori, tutti che speravano nell’avvio delle opere pubbliche. Ecco fin qui la festa. Poi subentra l’uomo alto, moro, forse in un corridoio della Regione, poi le urla di una parte della politica locale, ieri il voto in commissione bilancio, in sintesi tra si, no, astenuti i 33 milioni pronti a essere spesi non ci sono più. Ovviamente, figuriamoci, ora tutti a difendere Gela e i gelesi dal nemico che vuole Gela morta e sepolta, le proteste si faranno sentire oltre Roma passando per Palermo, alcuni diranno di avere inviato messaggi a ministri e sottosegretari, tutti uomini “politici” che pensano ancora di illudere con parole vecchie, invadendo il campo dei maghi e degli illusionisti che, almeno, offrono al pubblico uno spettacolo degno di nota, in questo caso lo spettacolo è pessimo e vi sono responsabilità locali che arrivano prima di quelle regionali e non c’entra nulla l’accordo politico perché se così fosse Gela dovrebbe avere finanziamenti belli come l’arcobaleno dato che la coalizione dell’attuale governo della città cosi è stata definita ma qui si addensano solo nuvole e null’altro che possa alimentare la speranza di definire azioni concrete e mettere uno stop alla politica inchinata ai comunicati stampa da chi ha il potere di decidere, assumere scelte autorevoli e smetterla, magari, di dire sempre le stesse cose, i cittadini sono veramente stanchi. Ultima questione, di natura tecnica ma ovviamente si tratta di una scelta politica: i no, i si, gli astenuti nel voto in commissione all’assemblea regionale dovrebbero motivarlo cosi da essere capiti perché se tutti avessero voluto i 33 milioni nessuno doveva dire si o astenersi, tutti avrebbero dovuto votare NO al definanziameto. È finito il tempo delle bugie, soprattutto nella fase che stiamo vivendo, giù le maschere perché la città è stanca di sentire tutto e il contrario di tutto, i voti che sono stati espressi a Palermo non possono essere mistificati dalla politica gelese. Nero su bianco, la città sa!

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