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Maestra assunta per un anno ogni lunedì e licenziata il giorno dopo, Tar condanna scuola

Assunta il lunedì e licenziata di martedì. È andata avanti così per un intero anno scolastico. Protagonista una maestra con un contratto part-time di 11 ore sottoscritto con l’istituto comprensivo 3° di Conegliano, in provincia di Treviso, che tra il 2018 e il 2109 era stata ridotta a una sorta di lavoratrice a cottimo. Ad aprile il Tribunale di Treviso aveva riconosciuto il suo lavoro di supplente part-time condannando il ministero dell’Istruzione a pagarle gli stipendi arretrati.

Dopo mesi di ritardi, però, la docente è stata costretta a rivolgersi al Tar che le ha dato ragione, ordinando al ministero di dare esecuzione alla sentenza, disponendo che in caso contrario sia l’Ufficio scolastico regionale del Veneto a pagare gli stipendi al suo posto.

La docente, che all’epoca si era rivolta alla Gilda per veder tutelato il suo diritto ad un equo trattamento economico, aveva ottenuto una sentenza favorevole da giudici trevigiani nell’aprile 2021. Le era stato riconosciuto il servizio a part-time al 50% per tutto l’anno scolastico, sia ai fini della retribuzione che della carriera (punteggio), anziché i due giorni settimanali pagati dalla scuola prima del ricorso.

La docente aveva percepito 1.600 euro per l’intero anno di lavoro a fronte di un compenso dovuto di circa 8-9 mila. La sentenza tuttavia finora non è stata ottemperata, al punto che l’insegnante, dopo quasi un anno di e attesa, si è rivolta al Tribunale Amministrativo Regionale. Che ha accolto la richiesta e ha ordinato alla scuola e all’Ufficio scolastico regionale di provvedere, entro 90 giorni.

La maestra non dovrebbe attendere ancora molto. Lo ha assicurato al Corriere della Sera il nuovo dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo 3° di Conegliano, Giovanni Pucciarini “Non c’è dubbio che la cifra spetti alla collega — dice il dirigente —, non trovo corretto far attendere ancora molto questa persona, quindi procederemo al pagamento della cifra stabilita. Certamente però la nostra scuola non può restare col cerino in mano e quindi con un ammanco per due anni a bilancio. Chiamerò l’ufficio scolastico provinciale per capire se si possa trovare una soluzione”.

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