Rubriche

“Il lebbroso, che poi siamo io e te fratello, porta in giro la sua felicità, la sua esperienza felice di Dio”

Rubrica ad ispirazione cattolico a cura di Totò Sauna

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

 

Perché crediamo? Perché ci diciamo cristiani. ? Sono domande che dobbiamo porci in maniera continua. Per capire, per trovare più forza. Non so quale siano le  vostre risposte. Il rapporto con Dio è un rapporto personale. Non chiama una città, non chiama una Nazione. Fanno ridere quei guerrieri, in tutte le guerre e in tutte le latitudini , che andavano alla battaglia gridando “ Dio è con noi”. Bugiardi. Dio è con tutti noi. Ad uno ad uno, ci cerca. Di una cosa sono certo, non è venuto per diventare una specie di Bancomat. Che , invece, di soldi dispensa Grazie e Guarigioni a gogo. Magari con un preciso tariffario. Dieci Rosari questo tipo di grazia ecc. Scherziamo. E’ una visione che stravolge la missione di Cristo. Eppure ,cari lettori di lettera G è presente, e anche in maniera diffusa. Signore fammi sta Grazia, guarisci questo amico. Il Signore nella sua Misericordia non è insensibile alle preghiere. Lui può tutto. Lui è tutto. Ma spesso si può  travisare. A Grazia ricevuta inizia un cammino di salvezza. Non sempre è cosi. Posso elencare molti casi. Ma anche posso dire che molti da lì iniziano un cammino di vera salvezza. Gesù chiarisce tutto in questo brano del vangelo. Quindi, entra in scena un lebbroso, un disperato che ha perso tutto: casa, lavoro, amici, abbracci, dignità e perfino Dio. Quell’uomo che si sta decomponendo da vivo, per la società è un peccatore, rifiutato da Dio e castigato con la lebbra. Viene e si avvicina a Gesù, e non deve, non può, la legge gli impone la segregazione assoluta. Avevano l’obbligo di avere con un loro un campanaccio che dovevano suonare appena si avvicinavano alle persone o dovevano gridare.  Ma Gesù non scappa, non si scansa, non lo manda via, sta in piedi davanti a lui. Il lebbroso avrebbe dovuto gridare, ma arriva vicino Gesù e non la fa, anzi,  gli va vicino , a tu per tu, sussurra: se vuoi puoi rendermi puro! «Se vuoi». Se vuoi, fa una domanda specifica, non gira attorno all’argomento, diretto. Gesù non se l’aspetta, vacilla davanti alla richiesta sommessa di questa creatura alla deriva. Vacillare, come chi ha ricevuto un colpo allo stomaco, «fu preso alle viscere da compassione». «Se vuoi». Cosa vuole veramente per me? Vuole la lebbra? Che io sia l’immondizia del paese? È lui che manda il cancro?. Gesù vede, si ferma, si commuove e tocca. Da troppo tempo nessuno osava toccarlo, la sua carne moriva di solitudine.  Gesù stende la mano e tocca l’intoccabile, contro ogni legge e ogni prudenza, lo tocca mentre è ancora contagioso; ed è così che inizia a guarirlo, con una carezza che arriva prima della voce, con dita più eloquenti delle parole. Toccare, esperienza di comunione, di corpo a corpo, azione sempre reciproca, un comunicare la propria vicinanza, uno sfiorarsi, un brivido, un vibrare di Dio con me, di me con lui. Poi, la risposta bellissima, la pietra d’angolo su cui poggia la nuova immagine di Dio: «voglio!» Un verbo totale, assoluto. Dio vuole, è coinvolto, gli importa, gli sta a cuore, patisce con me, urge in lui una passione per me, un patimento e un appassionarsi.  La seconda parola illumina la volontà di Dio: «sii purificato». Dio è intenzione di bene. Nessuno è rifiutato. Secondo la legge il lebbroso era escluso dal tempio, non poteva avvicinarsi a Dio finché non era puro. Invece quel giorno ecco il capovolgimento: avvicinati a Dio e sarai purificato. Accoglilo e sarai guarito. E lo mandò via, con tono severo, ordinandogli di non dire niente. Ma il guarito non obbedisce: e si mise a proclamare il messaggio. Ma come fai a stare zitto?  Ero calpestato, umiliato, deriso evitato, ero in una grande confusione, depresso, pieno di problemi, triste e Cristo mi ha salvato. Non posso tenerlo per me e lo grido forte. Cristo è la soluzione. Cristo mi ha salvato. Il lebbroso, che poi siamo io e te fratello, porta in giro la sua felicità, la sua esperienza felice. Non abbiamo paura a gridarlo forte. Ma stiamo attenti. Il rischio è quello che possiamo cadere nel Dio-Bancomat. Se apriamo il cuore e ci abbandoniamo a Lui con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutto il cuore, non corriamo nessun rischio.

Buona Domenica

Totò Sauna

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