Attualita

Domenica prossima benedizione delle mamme in attesa a Sant’Agostino

La chiesa dedicata a Sant’Agostino ed il Centro di aiuto alla vita celebrano il 10 ottobre la festa della Madonna del Parto. Ecco la lettera che il Cav invia alle mamme in gestazione:

“Carissima mamma che sei in attesa del tuo bambino/a: Dio fonte ed amante della tua vita vuole benedirlo/aa fin da ora. Per questo ti aspettiamo domenica 10 ottobre 2021 alle ore 18.45 nella chiesa Sant’Agostino di Gela, possibilmente assieme a tuo marito, dove verrà impartita una speciale benedizione alle mamme in attesa di un figlio in occasione della ricorrenza della ‘Madonna del parto’. Puoi estendere l’invito ad altre madri che attendono un bimbo . Tutto si svolgerà in conformità alla normativa anticovid”.

 

Ispirandosi, probabilmente, al rito ambrosiano e forte della rilevanza che la liturgia occupava nel contesto socio – culturale dell’epoca, il X Concilio di Toledo (625) stabilisce la festa di Santa Maria. La decisione di questo concilio locale fu approvata dal papa Martino I e l’impegno di S. Ildefonso vescovo di Toledo contribuì alla diffusione della festa che prese il nome di “Aspettazione del Parto della Vergine”. Il 29 aprile del 1634 la Diocesi di Toledo ricevette l’autorizzazione pontificia a celebrare detta festa anche quando ricorreva di domenica.
Le celebrazioni in onore della Vergine dell’Aspettazione ebbero grande successo e si diffusero velocemente in tutta la Spagna quindi passando per la Francia approdarono in Italia”.

L’attenzione della liturgia alla Madonna dell’Attesa trovò un appoggio negli artisti che si cimentarono con il tema. L’opera più famosa è certamente la “Madonna del Parto” di Piero della Francesca (1455 – ’56). Ispirandosi alla devozione della Madonna dell’Aspettazione nascono, come consuetudine del tempo, le congreghe che si occupano di assistere le donne povere in attesa di un bambino e offrono loro l’assistenza necessaria (famosa a Palermo per esempio è la cappella delle Dame del Giardinello al Ponticello sotto il nome di “Maria Santissima dell’Aspettazione del Parto” eretta nel 1595. Un meraviglioso gioiello del barocco siculo). Il Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio contribuì alla diffusione del culto della Madonna dell’Aspettazione in Italia e ancora oggi ne celebra la memoria il 18 dicembre di ogni anno specialmente a Palermo.
La festa della “Madonna dell’Aspettazione” ebbe così tanta diffusione che nel Messale Romano antecedente il Concilio Vaticano II, al 18 dicembre ne è riportata la memoria. Con il titolo di Nuestra Señora de la Expectación la memoria liturgica è approdata in America Latina dove ha trovato un terreno fertile per la sua divulgazione tanto che ancora oggi è una delle feste mariane più sentite in Messico, Argentina, Brasile e in tutto il contesto ispanico d’oltre oceano. Dal 6 al 27 ottobre 2019 si è tenuto in Vaticano il Sinodo sull’Amazzonia. Tutti ci siamo accorti quanto quei popoli e quelle culture guardano al Vangelo e quanto, attraverso la liturgia (come sempre) e la pietà popolare, il Vangelo può integrarsi nelle culture di tutti i popoli come auspicato dal Concilio Vaticano II in coerenza con il mandato missionario di Gesù alla Chiesa.

Nel contesto dell’inculturazione entra la Madonna dell’Aspettazione: nei giorni del sinodo per l’Amazzonia alcuni ambiti della Chiesa si sono scandalizzate per le immagini della Pachamama accolte in Vaticano e in qualche chiesa di Roma (in lingua quechua significa Madre terra. Si tratta di una divinità venerata dagli Inca e da altri popoli abitanti l’altipiano andino, quali gli Aymara e i Quechua. È la dea della terra, dell’agricoltura e della fertilità). Il ricordo del furto di quelle immagine per buttarle nel Tevere segnarono una brutta pagina di intolleranza in seno alla Chiesa.
Non bisogna mai dimenticare che è nel metodo di evangelizzazione della Chiesa prendere quando è già presente nelle culture dei popoli e dare nuovi significati legandoli al mistero di Cristo.
La Pachamama è la raffigurazione di una donna gravida inginocchiata e col capo chino. La Madre di Dio nell’Attesa del Figlio ha trovato nei riti e nei simboli ancestrali di quei popoli una profezia per l’incontro con il Vangelo.

E così da Petrella Tifernina insieme con Maria abbiamo percorso i secoli e i continenti nell’Aspettazione del Figlio di Dio che anche in questo Natale nascerà per noi. L’influsso della dominazione spagnola nelle nostre terre è un dato storico inequivocabile e forse proprio a questo tempo è legato il culto alla Madonna dell’Aspettazione a Petrella Tifernina ma anche in altri paesi che oggi ne hanno perso la memoria. La Madonna dell’Aspettazione è detta anche Madonna della Speranza e, certamente, nulla raffigura la speranza quanto una donna in attesa della nascita del Figlio. I popoli amazzonici vivono nell’attesa di una speranza: quella del riconoscimento a pieno titolo della loro identità con tutte le conseguenze del caso. In questo tempo di pandemia il mondo intero ha bisogno di speranza. Da credente la cerco in Maria nel mistero dell’Aspettazione”

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button