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Gela ‘tappezza di morti’. Annunci funebri selvaggi: la denuncia del Centro Zuppardo

Gela – A Gela, come in tutta l’Italia, ci sono più morti che nascite ma tappezzare di necrologi la città  è veramente troppo. Noi l’abbiamo scritto un anno fa, ma l’amministrazione non se n’è accorta. Adesso ci riprova il Centro Zuppardo, chissà se avrà più fortuna…….

“Che cosa è il decoro urbano? Pare che a Gela, città dove ognuno fa quello gli pare, sia solo una delega assessoriale. Nulla più. Lo chiediamo allora all’avvocato Giuseppe Licata, suo malgrado – viste la condizioni in cui versa della città! – assessore proprio con delega al “Degrado urbano”. Lo scrive Andrea Cassisi, presidente del Centro di Cultura “Salvatore Zuppardo” che punta l’indice contro un barbaro, intollerabile, esagerato, irrefrenabile sistema di affissioni e volantinaggio selvaggi da parte di alcune agenzie funebri e di affissione e attività commerciali varie, supermercati in primis, della città.

“Necrologi ovunque – dice Cassisi -. Sulle cassette postali, sui muretti del belvedere, sulle pensiline delle fermate dei bus, dal centro storico alla periferia, sulle facciate dei palazzi privati e comunali e delle dimore storiche. Non c’è angolo della città che non sia imbrattato di manifesti a lutto e partecipazioni funebri. Si possono leggere nei luoghi pubblici (scuole, uffici comunali e postali, Asl dove fanno “bella vista” fuori dagli spazi consentiti e dalle bacheche appositamente installate. Cosi Gela è letteralmemte oscurata, coperta di annunci e manifesti luttuosi che ne deturpano la già compressa immagine, quanto a decoro urbano. Per non parlare dei volantini pubblicitari che inondano le cassette postali e i parabrezza delle auto in sosta per poi finire in strada, complice il vento e la mano dell’uomo per poi riempire aiuole, giardini, parchi, strade. Intollerabile che nell’era social sia ancora necessario tappezzare un territorio di manifesti per consegnare al cittadino l’immagine di un territorio imbarbarito. Ed ancora i resti della carta delle gigantografie sui manifesti 6×3 abbandonati nei pressi delle stesse installazioni, in barba a ogni rispetto per lo spazio pubblico, di tutti.

La misura è colma – continua Cassisi – serve un’azione forte, di contrasto e repressiva ed un regolamento serio, da far rispettare perché si metta la parola fine a queste barbare pratiche di promozione pubblicitaria che inquinano l’ambiente e deturpano l’estetica di una città che ha serie difficoltà a convivere con le regole minime del decoro urbano. Non è poi così difficile e non costa nulla. Bisogna fermare uno scempio che da decenni si consuma in città.

“Gela e i gelesi inizino a capire che qui nessuno può fare quello che vuole. Servono pugno duro e coraggio per essere amministratori e far rispettare le regole. Se non si hanno queste capacità, che si facesse un passo indietro! Questo vuol dire voler bene alla città. Siamo stanchi di leggere necrologi di agenzie che imbrattano ogni muro della città, in ogni suo angolo, affissi in barba alle regole sane e giuste del decoro urbano. Chi ha le competenze per alzare la voce, lo faccia. Oppure si alzi dalla sedia e lasci la poltrona. Siamo invasi dai volantini pubblicitari dei supermercati – distribuiti nelle cassette postali – che finiscono per strada. Si provveda alla pulizia delle bacheche e alla rimozione dei manifesti abusivi, pubblicitari e funebri che siano e si faccia rispettare un volta per tutte l’ordinanza contro il volantinaggio selvaggio”.

“Nei prossimi giorni protocolleremo la nostra proposta di regolamento in tema di affissioni e chiederemo che sia discussa per metterla al più presto in atto. Questa non è una crociata contro le agenzie funebri  e di pubblicità, ma la dichiarazione di un atto d’amore per Gela. A partire da queste attenzioni iniziamo a rispettare i nostri spazi e a promuovere il giusto decoro che questi meritano. L’attenzione su questo tema è ancora ben lontana da ciò che si voglia far credere. Prima di acconciare i capelli, bisogna lavarli: inutile spendere soldi in fioriere e alberelli, se non siamo in grado di innaffiare neppure una volta a settimana le piante del giardino (comunale) accanto, sepolto dell’erba e dai rifiuti…”.

Ecco cosa recita la norma:  “è dovuto il solo diritto sulle pubbliche affissioni da colui nel cui interesse è richiesto il
servizio di affissione a cura del Comune in appositi spazi ed impianti allo scopo destinati, di
manifesti contenenti comunicazioni comunque prive di rilevanza economica (artt. 18, 1° comma e
19 D. Lgs. 507/93)” e che pertanto “gli annunci ed i manifesti mortuari risultano assoggettati ad un
diritto comprensivo del compenso del servizio solo qualora l’affissione venga eseguita a cura del
comune o del concessionario del servizio”.  Ma i controlli sono carenti e, a Gela si sa, ognuno fa quel che vuole. Qualche anno fa il sindaco del Pd Fasulo, aveva emanato una ordinanza per limitare l’affissione selvaggia ma è passato remoto e nessuno se ne ricorda più.

Eppure si parla di un palazzo storico che affonda le sue radici nel 1842, precisamente il 24 Settembre, quando la signora Anna Maria Pignatelli, principessa di Roviano, nomina come suo erede universale il Cardinale Sisto Riario Sforza, Arcivescovo di Napoli. Questo evento regala una cospicua rendita ai padri gesuiti siciliani, che per volontà della principessa costruiscono questo «convitto per la educazione religiosa e civile dei giovanetti». In questo testamento, rogato dal notaio Vincenzo d’Ambrosio di Caivano, la signora Pignatelli precisa anche le condizioni del lascito. Sono compresi infatti, dei beni fondiari la cui rendita annua ha il valore di 3600 ducati napoletani, e una somma di 5400 ducati per le spese relative al primo cantiere del fabbricato. Il Palazzo è stato abbandonato dopo gli anni 80 e chiuso per un ventennio fino all’ultima ristrutturazione del 2000. Adesso è diventato bacheca.

 

A Ragusa sono state eliminate perfino le segnaletiche, ma quella è un’altra storia…….

Del resto nella città dove si vende frutta e verdura perfino nel centro storico; dove ci si improvvisa professionisti in ogni settore, cosa ci si può aspettare…??

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