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Le spiagge libere ai tempi del Coronavirus, l’idea di due architetti di Messina

Sono due architetti messinesi gli ideatori del progetto “d.amare”, messo a punto pensando alla prossima stagione balneare che, secondo Gianmarco Spadaro e Lorenzo Musolino, è possibile salvaguardare tutelando la salute dei bagnanti da “spiaggia libera” dai rischi di contagio da Coronavirus. «All’inizio del periodo di quarantena – affermano Spadaro e Musolino, fondatori, alla fine di febbraio, del collettivo “Ex Ante” – abbiamo deciso di partire con il “Quarantine open diary”, un diario aperto a chiunque volesse condividere con noi un contenuto tramite social network.

La fase di condivisione si è conclusa una decina di giorni fa e adesso, raccolto il materiale, stiamo provvedendo perché questi contenuti diventino ambientazioni, personaggi, luoghi e protagonisti di racconti brevi, racchiusi all’interno del diario». E proprio il “diario aperto” ha dato ai due architetti l’idea del progetto: «Abbiamo avuto modo di capire più da vicino i pensieri e i bisogni che esprimevano le persone – spiegano – e molti dei contenuti esprimevano un legame quasi viscerale con il mare. Ed è da questa interpretazione che abbiamo immaginato la possibilità di restituire un po’ di mare a chi ne sentiva così tanto la mancanza».

L’idea di Spadaro e Musolino è quella di un “mezzo” per assicurare l’adeguato distanziamento sociale da rispettare in base alle vigenti normative. «Non abbiamo la presunzione di pensare che questo possa essere un rimedio assoluto per il rischio di contagio – precisano – ma potrebbe rendere possibile la fruizione del mare e delle spiagge libere, al di fuori di strutture balneari quasi sempre già provviste di meccanismi divisori». Il progetto include due “accessori balneari” che consentirebbero ai bagnanti di mantenere il distanziamento di sicurezza, sia in spiaggia con il telo “d.amare”, sia nel mare con la ciambella “d.amare”.

«Il primo consiste in un cerchio flessibile con struttura in fibra di vetro, composto da due cerchi concentrici, uno centrale in rete traspirante e uno più esterno in dacron – puntualizzano i due architetti messinesi – che garantirebbe la distanza tra le persone sulla spiaggia. Il secondo, invece, è un gonfiabile galleggiante che garantirebbe il distanziamento in mare. Nella speranza che tutto questo diventi quanto prima un ricordo, in questo modo si potrebbe pensare al mare di quest’estate come una possibilità e non come un lontano miraggio». (GdSud)

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