Archeologia e storia del territorio gelese

Reperti dal museo di Gela alle vetrine del museo nisseno. Ecco le prove inconfutabili aspettando la restituzione.

Come redazione gireremo l`articolo attraverso una PEC alla direzione del parco archeologico di Gela, augurandoci che prenda atto di quanto esposto.

La vicenda dei reperti trasferiti dal museo di Gela al museo di Caltanissetta si arricchisce di nuovi particolari, al fine di una più completa esposizione dei fatti, cosa che pur spiegata ed illustrata con incontrovertibile documentazione, ancora stenta ad essere compresa, occorre dire che una parte consistente di questi reperti erano non solo storicizzati ed inventariati nel museo di Gela, ma pure esposti dal lontano 1958.

Il direttore del parco archeologico, Luigi Maria Gattuso, ospite in una trasmissione radiofonica, “lo dico alla Radio” di Franco Gallo, ad una specifica domanda sulla presenza di questi reperti nelle vetrine del museo di Caltanissetta ha risposto con un sintetico e perentorio “no “.

Coloro che si sono impegnati in prima persona sul recupero di questi materiali e chiunque abbia a cuore le vicende archeologiche della città, davanti ad un`affermazione del genere rimangono letteralmente interdetti, soprattutto se a negare questa circostanza è la figura guida del parco archeologico, responsabile sia del museo di Gela che di quello di Caltanissetta.
Anni di ricerca, di consultazione di pubblicazioni e documenti che testimoniano la presenza di molti di questi reperti nel percorso espositivo del museo di Gela, la testimonianza di molti gelesi, per quello che può servire, tra cui chi scrive, che ben ricordano questi reperti al museo di Gela per averli visti fisicamente, secondo il direttore non sono sufficienti a dimostrare la presenza, oggi, di questi reperti nelle vetrine del museo di Caltanissetta.
L`architetto Gattuso, sulla sorte delle oltre 900 cassette di materiali trasferite da Gela nel capoluogo, spiega che i materiali trasferiti si trovano in un deposito della soprintendenza di via Cavour a Caltanissetta, e non nel museo di Caltanissetta. Qualche giorno fa la soprintendente, architetto Daniela Vullo, a proposito di reperti da Gela o trasferiti dal museo di Gela, nelle disposizioni dell`ente, dichiarava che si trattava solo di poche cassette contenenti materiali prevalentemente destinati allo studio e non all`esposizione, gli stessi non appena le condizioni lo permetteranno faranno rientro in città .
A questo punto abbiamo dichiarazioni completamente discordanti , da una parte il direttore del parco che afferma che tutte le oltre 900 cassette si trovano in un deposito della soprintendenza , dall`altra la soprintendente che parla di poche cassette nella disponibilità dell’ente e del fatto che molti dei reperti reclamati dai gelesi, illustrati con tanto di fotografie in innumerevoli occasioni, si trovano nel museo di Caltanissetta, esposti aggiungiamo, ed è alla direzione del parco che vanno indirizzate le istanze di restituzione, al parco quindi , attraverso il parere del comitato tecnico scientifico, spetta la decisione di restituire i reperti .
Del comitato tecnico scientifico del parco fa parte pure la dottoressa Rosalba Panvini, ideatrice del trasferimento dei reperti verso Caltanissetta, in suo onore un gruppo di cittadini gelesi l’anno scorso ha organizzato un convegno, qualcuno trova meritevole di riconoscimento chi ci ha fatto il favore di annullare l’originario percorso espositivo del museo e il suo scopo didattico, trasferendo a Caltanissetta una mole impressionante di materiali archeologici, molti dei quali finiti direttamente nelle vetrine del museo nisseno, circostanza negata dall`attuale direttore del parco .
Nel prosieguo del suo intervento, il direttore, architetto Luigi Maria Gattuso, ci ha tenuto a precisare, dando la sua parola, che qualsiasi reperto trasferito, che fa riferimento al museo di Gela, verrà fatto rientrare.
Detta in questo modo la notizia è confortante se non fosse per il fatto però, che è preoccupante e poco incoraggiante, che una figura di riferimento fondamentale in questa faccenda del recupero dei reperti, ignori che il museo di Caltanissetta ospita molti reperti con tutti i requisiti suscettibili di restituzione, numero inventario del museo di Gela e corretta contestualizzazione a Gela, poiché provenienti da aree che nulla hanno a che vedere con la storia di Caltanissetta .

Al fine di dimostrare la bontà e la veridicità di quanto affermano i gelesi nelle loro rivendicazioni e di smentire le affermazioni del direttore, che nega presenza di reperti riferibili al museo di Gela all`interno del percorso espositivo del museo di Caltanissetta, riportiamo sommariamente estratti da varie pubblicazioni scientifiche di autori che sono un`assoluta garanzia :

  1. GUIDA DI GELA . PieroOrlandini – Dinu Adamesteanu 1958 . “La vetrina seguente (num. 34) comprende il materiale scoperto nello scavo di una citta` ignota in localita` Vassallaggi presso S.Cataldo” . Continua di seguito un`attenta descrizione dei reperti di questa vetrina del museo di Gela , descrizione che riguarda esattamente i reperti da Vassallaggi ora al museo di Caltanissetta .Sempre dalla stessa pubblicazione , pagina 44, viene descritto un manufatto bronzeo da Capodarso (Enna ) , anch`esso ora esposto a Caltanissetta e un tempo nelle vetrine del museo di Gela .
  2. Il MUSEO NAZIONALE DI GELA . Pietro Griffo 1958. pagina 28. “Vetrina 40 – Materiali di assai diversa forma ed importanza e varia eta`, da localita` diverse della provincia di Caltanissetta : Capodarso , Sabucina , Gibil-Gabib , Marianopoli “.
  3. GELA . Il museo nazionale . 1961. Pietro Griffo . pag. 19-20 ” Vetr.39 : Vi e` rappresentata l`anonima citta`di contrada Vassallaggi in territorio di S.Cataldo . Belle statuette in terracotta da un deposito votivo in grotta e da qualche tomba ” L` autore continua con la descrizione dei reperti , corredata nel testo anche dalle foto , totalmente corrispondenti a quelli oggi in vista al museo di Caltanissetta. Segue poi : “Vetr.40 :Mteriali di assai diversa forma ed importanza , e varia eta` , da localita` diverse della provincia di Caltanissetta :Capodarso , Sabucina , Gibil-Gabib , Marianopoli. .”
  4. GELA -La citta` antica e il suo territorio , il museo – Graziella Fiorentini 1985 . ” Il museo di Gela e` nato nel 1958 come museo del territorio archeologico di Gela e dell`area storicamente pertinente , e in quanto tale ha rispecchiato nel suo allestimento , sin dal principio l`articolazione delle zone archeologiche della citta e lo sviluppo delle ricerche in Gela , nei centri antichi e nelle aree che nelle varie epoche ebbero contatto con essa .” .Nella stessa pubblicazione si passa alla descrizione delle vetrine che contengono il materiale di Gibil -Gabib , Vassallaggi , Sabucina e Capodarso .
  5. Vassallaggi S.Cataldo , Caltanissetta – La necropoli meridionale scavi 1956. .Maddalena Pizzo 2000 in Notizie degli scavi di antichita`. ATTI DELLA ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI . L`autrice nel porre i ringraziamenti scrive : “al personale tutto del museo archeologico di Gela , a quello del museo archeologico di Caltanissetta , dove sono attualmente conservati i materiali. “.
Questi stralci di pubblicazioni sciolgono ogni dubbio e smentiscono ogni tentativo volto a negare la presenza di questi reperti al museo di Caltanissetta. La produzione scientifica che certifica quanto detto da chi a Gela pretende , giustamente, il rientro dei reperti , non si limita a questi soli casi e può a pieno diritto considerarsi assai corposa, meraviglia quindi che un direttore non ne sia a conoscenza.
La cosa più brutta di questo trasferimento è stato l`annullamento del museo di Gela e del suo apparato scientifico-didattico originario, ideato da grandi luminari dell`archeologia, con l`aggravante che a mettere in opera questa operazione sia stato un`ente di tutela dei beni culturali che al contrario dovrebbe garantire il mantenimento delle memorie storiche e della funzione primaria dei musei.
Se a questo danno fatto alla città, al suo museo, alla memoria dei suoi ideatori e alla cultura in genere, non si porrà soluzione, sarà peggio ancora che aver trasferito i reperti.
Come redazione abbiamo inviato l`articolo attraverso una PEC alla direzione del parco archeologico di Gela, augurandoci che prenda atto di quanto esposto nell`articolo ed eviti in futuro di negare la presenza di reperti, patrimonio del museo di Gela, nelle vetrine del museo di Caltanissetta.
Il direttore ha dato la sua parola, ha inoltre sostenuto la necessità di applicare rigorosamente i principi scientifici della corretta contestualizzazione.
Cosa ci fanno allora i reperti del Dessueri , Monte Bubbonia e Monte Maio nelle vetrine del museo di Caltanissetta?
Aree rappresentate nel capoluogo molto più che a Gela, del Dessueri una trentina di reperti a Gela, a Caltanissetta un`intero settore, di Monte Maio nessun reperto a Gela e di Monte Bubbonia i migliori, in quantità davvero elevata, e più integri reperti a Caltanissetta.
Siamo certi che il direttore terrà fede alla parola data pubblicamente ai gelesi : “quello che sarà riferibile al museo di Gela verrà restituito .”
Le promesse di restituzione nel tempo sono state innumerevoli, tutte documentate, tutte mai mantenute e sempre rimandate. La riapertura del museo archeologico è prevista per la fine del 2023, solo allora si è pensato di far ritornare i reperti, ci permettiamo di suggerire l`immediata restituzione, non ci sono solo reperti nelle vetrine, ma anche nei depositi del museo di Caltanissetta, vista l`imminente apertura del museo del mare e del padiglione adiacente, strutture che ricadono sotto la giurisdizione del parco archeologico di Gela, questi reperti possono essere già depositati a Gela, sarebbe, meglio dire è, l`unico modo per mostrare le migliori intenzioni nel porre rimedio a questa grande ingiustizia fatta a discapito della città, non vorremmo più sentire parlare di campanilismo, di tutto si tratta tranne che di questo, i reperti a Caltanissetta sono stati trasferiti, non a Milano. Certi di una risposta rapida da parte della direzione del parco e fiduciosi delle garanzie di restituzione annunciate dall`architetto Gattuso, attendiamo con ansia di poter dire che sulla questione verrà finalmente messo nero su bianco, non si può attendere oltre .
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