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Garibaldi: eroe o mercenario?

Il sindaco di Capo d’Orlando, Enzo Sindoni, ha picconato la targa “Piazza Garibaldi” nella bella cittadina balneare del messinese. Al di là del gesto, più o meno discutibile, ci sembra che tornare a studiare senza condizionamenti la storia dall’Unità d’Italia a oggi sia ormai indispensabile e improcrastinabile.

Aprire, a distanza di 160 anni, un dibattito per riscrivere una pagina di storia quantomai confusa e incerta, ci sembra doveroso soprattutto per le nuove generazioni.
È giusto sapere se Garibaldi fu l’eroe risorgimentale dei due mondi o un mercenario e sanguinario condottiero prezzolato dal Regno Sabaudo.
Dobbiamo dire in modo definitivo ai giovani d’oggi se la guerra per l’Unità d’Italia sia stata o no una guerra di conquista, per altro non dichiarata, ovvero una guerra di ideali, di libertà e di liberazione. Sarebbe bello chiarire se il Regno delle due Sicilie era o no la terza nazione più ricca d’Europa dopo Francia e Inghilterra e se i forzieri delle sue banche erano stracolmi di oro e quanto ne è rimasto dopo la conquista.
In definitiva, ha fatto bene il sindaco di Capo d’Orlando, o è stato soltanto un atto vandalico fine a se stesso?
Dobbiamo continuare a considerare Garibaldi e insieme Mazzini, Cavour, e Vittorio Emanuele eroi del Risorgimento italiano o dobbiamo considerarli predoni, invasori, vili assassini e quindi cancellare i nomi dalle migliaia di vie e piazze, ospedali e scuole, loro intitolati? Desideriamo che si apra un dibattito serio soprattutto fra gli uomini di cultura, gli storici, gli insegnanti, i giovani su una pagina di storia che sinceramente oggi merita una rivisitazione critica, un’analisi approfondita non dettata da pregiudizi e sentimentalismi ma da una autentica ricerca storica e da una sentita esigenza culturale di verità.
Salvatore Giunta
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