La storia della settimana

Scambio di tamponi.. ed un operaio resta in quarantena e rischia di perdere il lavoro

Gela – Vi raccontiamo la storia di un cittadino gelese, scritta dal giornalista Franco Infurna.

“Mentre i sondaggi promuovono a pieni voti il presidente Musumeci nel governo dell’emergenza Coronavirus in Sicilia, a Gela si aggrava il disordine e la confusione tra le centinaia di persone che, rientrate dalle regioni del Nord dopo la chiusura di scuole, fabbriche e cantieri, si sono poste in auto-isolamento.

Per il sistema sanitario regionale sono pazienti fantasma. Solo il medico di famiglia acquisisce, telefonicamente, la temperatura corporea (riferita dall’assistito) due volte al giorno. Ai vari numeri telefonici diffusi pomposamente dalle autorità sanitarie regionali non risponde nessuno. Pochi i fortunati che sono riusciti a parlare con qualcuno dall’altra parte di questi telefoni. E quando lo hanno fatto, gli impiegati hanno ammesso seraficamente di non essere in condizioni di dare risposte esaurienti a tutte le loro domande.

Ma quali sono state le richieste più frequenti? Eccole: Come mai nessuno viene a verificare l’effettiva mia auto-quarantena? Ad auto-isolamento concluso, dopo quanti giorni mi chiamerete per essere sottoposto a tampone antivirus? Come e dove avverrà il campionamento? Ci devo andare io o verranno loro da me? Quanto tempo dovrò attendere prima di avere i risultati dell’accertamento?

Domande che rimangono senza risposte perchè la macchina organizzativa , bloccatasi a marzo, ha ripreso a funzionare ma in maniera pessima. La media dei giorni d’attesa dopo la fine della quarantena è una decina di giorni (con punte di 16-20 giorni) ed altri sette-dieci giorni per il risultato. Praticamente dura più l’attesa degli atti dovuti che l’auto-isolamento. Ma intanto la quarantena diventa davvero quarantena perchè l’interessato ritorna il “libertà” relativa dopo 40-45 giorni.Nel frattempo, ansia, stress e rabbia raggiungono livelli inimmaginabili. Non si sa a chi rivolgersi. Gli uffici interessati sono quelli regionali (che curano la piattaforma alla quale ci si registra), quelli provinciali dell’Asp e quelli locali: Spemp, Siav, Sian, medico di famiglia. Nessuno di questi è in grado di dirti quando potrai essere sottoposto a tampone. Anzi…

Molti nomi saltano, vengono dimenticati, altri confusi, come in un caso di omonimia accaduto tra due cugini a Gela (Salvatore I.). Il risultato del tampone del più giovane è stato inviato al più anziano che invece stava appena terminando l’auto-isolamento. Il più anziano ha segnalato l’errore e fatto notificare al più giovane il referto ma di lui si sono dimenticati tutti forse perchè ritenevano ormai conclusa la sua pratica.

Una Pec inviata al responsabile Siav dell’Asp di Caltanissetta per fare chiarezza ha creato invece ancora più confusione perchè lo stesso dirigente, prendendo atto dell’errore, ha invitato il cugino più grande a recarsi in un ufficio inesistente di via Pizarro (dove esiste un ambulatorio privato di veterinaria) nel pomeriggio di mercoledì per il tampone. Accertato l’indirizzo sbagliato (in realtà bisognava andare all’ex mattatoio di via Falcone e Borsellino) e recatosi al posto giusto e nell’ora indicata, è stato mandato via perchè gli addetti al campionamento non dipendono dagli uffici di Caltanissetta ma dall’unità operativa di malattie infettive di Gela dove “qualcuno che comanda” ha liquidato l’interessato facendogli sapere che “se non è nella lista di oggi se ne può tornare a casa”.

E a casa rischia di restarci ancora a tempo indeterminato, malgrado l’azienda per la quale lavora come tecnico si stia preparando alla ripresa dell’attività produttiva. Questa è la pessima organizzazione che ha messo in piedi il governatore Musumeci.

I complimenti invece vanno fatti ai gelesi per il loro alto senso civico (tranne pochi disobbedienti)  dimostrato in questa emergenza-virus. Spesso si parla male dei gelesi, tanti si aspettavano una epidemia. Invece bisogna riconoscere che i quasi tremila cittadini che sono rientrati a Gela da febbraio a oggi, si sono comportanti con grande senso di responsabilità, autodenunciandosi, ponendosi in quarantena domiciliare e permettendo il contenimento del contagio ai livelli minimi, come dimostrano i pochissimi casi di Coronavirus registrati a Gela”.

Dott. Franco Infurna

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