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Lo stipendio da 12mila euro a loro non basta: cinque deputati incassano il bonus da 600 euro per partite Iva durante l’emergenza Covid

Lo stipendio netto da 12.439 euro, evidentemente, non era sufficiente. No, lo volevano arrotondare col bonus che il governo, in piena emergenza Covid, ha voluto introdurre soprattutto per chi, nei mesi di marzo e aprile, non ha fatturato alcunché. E così hanno fatto richiesta all’Inps per ottenere i 600 euro. Sono cinque virtuosi – si fa per dire – deputati della Repubblica italiana che, oltre al salario mensile, come si sa godono anche di svariati benefit: dai trasporti gratis ai 3mila euro per le spese telefoniche fino all’assistenza sanitaria.

A scoprire il magheggio (che, va detto, è senz’altro inopportuno ma non illegale) è stata la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza del principale istituto di previdenza. E stando a quanto scrive Repubblica, i deputati che con una mano approvavano la manovra col relativo scostamento di Bilancio e con l’altra facevano richiesta del bonus sarebbero, in totale, cinque. I 600 euro, previsti dai decreti Cura Italia e Rilancio, erano destinati alle partite Iva e ad alcune specifiche categorie di autonomi. Vista l’emergenza in corso, senza alcuna distinzione di reddito tra i lavoratori. Tuttavia sono state migliaia le persone che, pur avendo diritto all’indennità, hanno scelto di non riceverla in considerazione della propria situazione patrimoniale. Non è stato così per i nostri cinque parlamentari. Che nonostante il lauto stipendio hanno incassato il bonus, alla faccia di chi, in quei mesi, ne aveva realmente bisogno. (FQ)

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