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Cyberbullismo: Social Warning, 40% a rischio tra i 12 e 16 anni

Serve educazione digitale, non solo regole su tempi utilizzo web

Quattro ragazzi su dieci, tra i 12 e i 16 anni di età, si imbattono in episodi di cyberbullismo navigando in rete o utilizzando i social media. È il dato che emerge dalla ricerca, alla sua seconda edizione, condotta dall’Osservatorio scientifico della no-profit “Social Warning – Movimento Etico Digitale”.

A 24 ore dalla giornata contro il cyberbullismo, il dato che si ricava, è che nessuno è al riparo da queste minacce. E non si tratta solo di esposizioni a contenuti e immagini pornografiche o ad episodi di adescamento. Ma semmai di educazione. A finire, in un certo senso, sul banco degli imputati, sono infatti i genitori “I dati dell’Osservatorio – racconta Davide Dal Maso, primo docente in Italia ad aver portato l’educazione civica digitale in classe – raccontano della difficoltà degli adulti rispetto all’impartire regole precise ed esplicite per vivere serenamente il web in famiglia. Ma è sempre più necessario costruire un ponte tra genitori analogici e figli digitali, per arrivare ad un sano equilibrio tra vita on-line e off-line”, spiega. L’avvertimento è che ci sono “sempre meno limitazioni da parte degli adulti sull’uso del web” e che queste si riferiscono solo “al tempo di utilizzo” di telefonini, computer, e altri dispositivi.

Il dato che viene evidenziato dalla ricerca è che “il 72,6% dei ragazzi intervistati ritiene giusto ricevere regole per approcciare la rete, ma che solo nel 55% delle famiglie dei ragazzi (+7,4% rispetto al 2018) vengono impartite limitazioni rispetto all’uso della rete”: l’80% dei ragazzi riferisce infatti che l’unica limitazione è legata al tempo di utilizzo.

Ma con chi si confrontano i ragazzi sul tema dell’educazione al web? Spesso più con gli insegnanti che con i genitori: il 47% dei ragazzi coinvolti nello studio dell’Osservatorio, infatti, dichiara di non essersi mai confrontato con la famiglia. E un ragazzo su 10 non ha mai affrontato l’argomento con nessuno. Eppure, prosegue l’indagine dell’Osservatorio del Social Warning, fondato nel 2017 peri sensibilizzare sulle potenzialità e sui rischi del web – il 32% dei ragazzi di età 12-16 anni, trascorre sul web dalle due alle quattro ore al giorno e ben il 22% di loro non ha alcuna limitazione da parte della famiglia. La loro passione sono le piattaforme social (YouTube, WhatsApp, Instagram, TikTok e Facebook). A queste piattaforme l’85,4% di loro si collega più volte al giorno; solo l’11,6% qualche volta alla settimana. Praticamente sono sempre connessi

Un ragazzo su 7 (quasi il 69% degli intervistati) – ancora – riferisce di non fidarsi delle informazioni che reperisce in rete, dimostrando che ha sviluppato una naturale capacità di immunizzazione rispetto alle fake news che si trovano on-line. Sono abbastanza consapevoli (il 65%) che quello che postano o condividono sulla rete una volta on-line non appartiene più a loro, mentre il 35% dei ragazzi dimostra di non conoscere fino in fondo le regole base per tutelare la propria web reputation. Ma c’è anche l’influencer, “una persona famosa drogata di social”, come viene definita. Per il 65% dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni non è facile diventare un’influencer ma resta una figura su cui non hanno le idee chiare. Il 32% di loro infatti o non sa chi sia e cosa faccia. (ANSA)

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