La storia della settimana

Senza un tetto sulla testa. Poi arriva la Caritas…..

Niscemi – Un tetto sulla testa ce l’avevano, Maria e Salvatore. Ma il tempo è passato, nessuno ha mai pensato di mantenerlo integro. Ci vogliono i soldi, la forza interiore per intraprendere iniziative. Ci vuole un sostegno e loro non ce l’avevano. Storie di ordinaria emarginazione. Storie di vita vissuta; di fortunali che travolgono e che sconvolgono per sempre le vite che non hanno la forza di riemergere. Maria, la chiameremo così, aveva sposato un uomo, un tempo. Aveva risposto in lui tutte le sue speranze, gli aveva dato un figlio che oggi ha 19 anni. Ma poi lui è andato via dalla sua vita. Lontano. L’ha lasciata sola, inerme; con un bimbo da crescere, poche prospettive e tante responsabilità. Ci vuole tanta forza per prendere in mano la propria vita, da soli, e farne non un capolavoro ma un rifugio di dignità. E invece la forza è venuta meno ad una donna ancora giovane, senza strumenti culturali, senza speranza. La speranza tradita che aveva risposto in un uomo.

Geremia 17,5-8

5 «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
che pone nella carne il suo sostegno
e dal Signore si allontana il suo cuore.
6 Egli sarà come un tamerisco nella steppa,
quando viene il bene non lo vede;
dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
7 Benedetto l’uomo che confida nel Signore
e il Signore è sua fiducia.

 

Nel tempo la solitudine, le responsabilità verso il figlio hanno creato il solco nel corpo e nella mente e la somatizzazione arriva puntuale: a 40 anni un ictus le ha sconvolto la vita più del primo trauma. Con un figlio ancora piccolo. Non ne è mai uscita. Oggi a 54 anni, Maria sta molto meglio ma non si muove con disinvoltura e nel frattempo la sua casa cade a pezzi. Il tetto è ridotto in frantumi. Ci sono crepe che lasciano passare la pioggia. Non si può vivere più là sotto. Non si tratta tanto di un problema economico quanto di un atteggiamento passivo verso la vita. Salvatore percepisce il reddito di cittadinanza ma non sa gestirlo e quindi, come il prodigo, a volte spende cifre impensabili per un oggetto senza pensare che il frigo è vuoto. Ci vorrebbe un amministratore di sostegno per loro, ma loro non sanno che esiste una figura simile. Nel frattempo arriva l’autunno e con esso le piogge. La situazione è stata presa in carico dal parroco della chiesa Sacro Cuore di Gesù del quartiere dove vivono la mamma e il figlio, don Giuseppe Cafà che ha presentato il caso alla Caritas diocesana ed al Vescovo. “In questi giorni ha preso forma l’intervento voluto da Vescovo Gisana – racconta il parroco e Vicario foraneo di Niscemi, Cafà – sono arrivati i tecnici per progettare l’intervento. Dal garage del piano terra ricaveremo un piccolo appartamento per Maria che ha difficoltà deambulatorie. Il figlio occuperà il primo piano e finalmente i nostri parrocchiani avranno un tetto integro e non dovranno più proteggersi dalla pioggia e disseminare catini in terra per la raccolta dell’acqua”.

«Francesco, va e ripara la mia chiesa che, come vedi, è tutta in rovina!»

Anche una casa è una piccola chiesa, espressione di Dio.

Martedì cominciano i lavori. Maria e Salvatore avranno la casa riparata.

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