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Sei scarcerazioni nel territorio

Sei provvedimenti di scarcerazione fra Gela e Niscemi.

Giuseppe Cusa di 30 anni  Niscemi, era stato arrestato due mesi fa:  coltivava nel giardino marijuana. E’ stato uno dei primi in Italia che ha ottenuto la convalida in videoconferenza dal magistrato Lirio Conti. L’imputato ha ammesso le sue responsabilità e concluse le indagini, il legale difensore Maurizio Scicolone è riuscito a dimostrare che non sussistono le esigenze cautelari : da qui è arrivato il provvedimento di scarcerazione del Gip Conti con l’obbligo permanenza a Niscemi

Giovanni Jonathan Mistretta  di 28 anni, è stato scarcerato dalla detenzione che ha scontato in Piemonte agli arresti domiciliari. Era imputato con altri gelesi con l’accusa di spaccio di stupefacenti di 96 grammi di cocaina, insieme ad altre persone. L’istanza presentata dall’avv. Scicolone al Gip Silvia Passanisi ha prodotto la revoca degli arresti domiciliari.

Nunzio Alferi di 32 anni era accusato di furto nella zona industriale Gela, era stato colto in flagranza di reato all’interno di un cantiere. Secondo la pubblica accusa stava smontando un camion ed all’arrivo dei carabinieri è scappato con altri complici. In quel frangente è stato arrestato; il legale ha sostenuto che è innocente; il camion era di proprietà della moglie, ma era stato riconosciuto solo dopo i fatti contestati ed il legale Scicolone ha dimostrato che non sussistono i presupposti per il mantenimento della detenzione.

Giuseppe Nanfaro  di Niscemi era stato arrestato con l’accusa di furto. Gli arresti sono gli arresti dalla Corte d’appello visto che era stato condannato in primo grado.

Emanele Fidone condannato per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale a seguito di un inseguimento con le forze dell’Ordine è stato scarcerato su istanza dell’avv. Scicolone.

Giacomo Buccheri scarcerato  dal Gip Silvia Passanisi che l’aveva condannato a due anni e 4 mesi perchè colto in flagranza di reato a trasportare 36 chili di marijuana nei pressi di un impianto serricolo di contrada Feudo Nobile. I poliziotti hanno fatto servizio di pedinamento e controllo e l’hanno pizzicato nel fatto. L’ appello dell’avv. Maurizio Scicolone ha dimostrato che in questo caso non va applicata l’aggravante della quantità ed ha ottenuto la revoca degli arresti.

 

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