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Protocollo fra il Premier e parti sociali

La UGL, a fronte del Protocollo del Governo di regolazione delle misure per il contrasto e il
contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro, frutto dell’incontro
doppio di ieri tra il presidente Conte e le parti sociali, riporta di seguito alcune sintetiche
considerazioni sul Protocollo stesso.
Riteniamo che il Protocollo appare generico, confuso, inadeguato.
In via preliminare andrebbero espunti i contenuti sugli ammortizzatori e sull’utilizzo degli
strumenti di gestione del lavoro (ferie, congedi, malattia), che dovrebbero essere oggetto
di due specifici protocolli (meno confusione).
Il Protocollo contiene indicazioni banali (in alcuni casi in quanto banali assolutamente
condivisibili) senza fare l’unica cosa necessaria in questa fase: far capire in maniera
semplice a tutti cosa si deve fare!
Sarebbe stato necessario distinguere le attività produttive e, per ciascuna, fornire
indicazioni chiare e non interpretabili. E’ infatti evidente che i livelli di esposizione sono
differenti in base alle tipologie di attività e quindi differenti sono le precauzioni che si
devono e si possono prendere. Il Protocollo mette sullo stesso piano chi lavora in un
supermercato, chi lavora in un ospedale, chi lavora sui mezzi di trasporto, chi lavora in
fabbrica, chi fa consegne a domicilio, chi lavora in ufficio.
Insomma chi si aspettava norme chiare, inderogabili e praticabili rimarrà deluso ma questo
è ormai lo standard inaugurato e perseguito con costanza dal Presidente del Consiglio.
La UGL non condivide questo Protocollo, ed è per questo che stiamo muovendo alcune
critiche, consapevoli che in questa fase tutto è rischioso, e l’atto di vera responsabilità che
avrebbe dovuto assumere questo Governo, sarebbe stato, tra le altre, il blocco totale delle
attività non indispensabili.

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