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Chiara Ferragni ha copiato i Moon Boot: ora dovrà risarcire il gruppo Tecnica

Alla nota influencer Chiara Ferragni, moglie del cantante Fedez, non è stato sufficiente aggiungere il famoso logo dell’occhio con le ciglia e qualche brillantino ai propri “Snow boots” per rivendicare una “pretesa autonomia creativa che si ridurrebbe di fatto all’estrosità conferita ai modelli dall’uso del glitter‘”. Il Tribunale di Milano, infatti, ha determinato che il prodotto realizzato per la Ferragni dalle aziende Mofra Shoes, Diana Srl e Serendipity Srl è del tutto simile all’iconico “Moon Boot” del Gruppo Tecnica di Giavera del Montello.

«Due sentenze non fanno giurisprudenza, ma creano un precedente impossibile da ignorare per chiunque pensi ancora di poter copiare la forma del Moon Boot®» commenta Alberto Zanatta, presidente di Tecnica Group, dopo che il Tribunale ha ribadito che il celebre doposci inventato da Giancarlo Zanatta nel 1969 è un’opera di design industriale che, quindi, viene protetta dalle norme del diritto d’autore.

Il giudice, oltre al ritiro di tutte le copie dal mercato, ha inoltre imposto un risarcimento da parte proprio della Ferragni nei confronti di Tecnica, ma le cifre (come spesso accade in queste situazioni) sono state poi determinate da un accordo privato tra le parti. In ogni caso, la sentenza dello scorso 25 gennaio fa seguito ad un altro patta privato tra la Ferragni e Tecnica nel quale, solo quattro anni fa, l’imprenditrice si era ripromessa di non copiare più i prodotti dell’azienda trevigiana. Un patto che, chiaramente, è stato successivamente disatteso tanto da portare il caso in Tribunale.

In definitiva, la sentenza da oggi comporta che sono vietate la riproduzione, l’elaborazione, la distribuzione, la vendita, l’esportazione, la pubblicità e l’acquisto di modelli non autorizzati che riproducono le caratteristiche salienti dei Moon Boot®. Un provvedimento, dunque, che consentirà a Tecnica Group di fare causa a chiunque produca o venda prodotti che abbiano tali forme o forme simili, anche online. «Abbiamo un’arma forte per difenderci contro i tanti falsi in circolazione – chiosa Zanatta – La prima sentenza era del 2016, ma questo passo è importante perché dopo due sentenze è improbabile che qualche giudice decida diversamente. E noi certo non intendiamo smettere di perseguire i concorrenti sleali. Spesso chi crea i falsi conta proprio sulle incertezze e le lungaggini dei tribunali italiani, che scoraggiano chi voglia intraprendere azioni legali a difesa dei propri marchi, ma Tecnica Group ha intrapreso una politica molto rigorosa, e ora guarda anche all’estero. Forti della posizione acquisita in Italia, stiamo lavorando per controbattere i falsi venduti anche in altri Paesi, a cominciare da Francia e Germania in primis». (Trevisotoday)

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