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Il grande bluff: il progetto del porto commerciale non esiste

la nuova, ultima denuncia del Comitato per il porto di Gela

Palermo – Tante illusioni, incontri, promesse, articoli, fiumi di parole. Ma alla fine le bugie hanno le gambe corte e il Comitato per il porto di Gela che da anni si spende per ottenere le importanti infrastrutture portuali ha trovato l’inganno. A Palermo non esiste alcun progetto ed hanno informato tramite i media la popolazione. Hanno  ricevuto dalla Commissione Europea in relazione alla richiesta di informazione la triste notizia dalla Direzione generale della politica regionale e dell’Unione Europea e adesso tutto torna in discussione. Anzi il nulla torna a far parlare di sè.  Il responsabile Pasquale D’Alessandro a cui il Comitato si era rivolto per avere delucidazioni fornisce una risposta lapidaria. Con un file in Pdf D’Alessandro dà notizia al Comitato dei grandi progetti che sono approdati alla Regione, pronti per essere esitati. Ma la darsena commerciale, il progetto di 150 milioni di euro per il nuovo porto non esiste nella tabella dei grandi progetti, da finanziare con i fondi del Por Sicilia Fesr 2014/2020. “Lo scorso mese di aprile 2019, in occasione di un incontro con le autorità siciliane e nazionali, era emersa la volontà della Regione Siciliana di voler inserire nella programmazione del Por Sicilia Fesr 2014/2020 (Azione 7.2.2 del POR) – si legge nella comunicazione inviata al presidente del comitato Massimo Livoti – un nuovo grande progetto, il cosiddetto “Completamento dei lavori di costruzione della nuova darsena commerciale del Porto di Gela”. Tuttavia, pur avendo la Dg Regio reiterato formalmente più volte la richiesta d’inserimento dello stesso nella tabella di grandi progetti (Tabella 27 del POR) e nella strategia del programma, il suddetto grande progetto non risulta a tutt’oggi né inserito né notificato ai servizi della Commissione come scheda grande progetto”. L’ultimo grande bluf, dopo la delusione del ‘Patto per il sud’ per una città senza speranza e con un pugno di mosche in mano che si volatilizzano al primo spiraglio. Una città che solo ora, forse, si rende conto di essere stata presa in giro per decenni e oggi ne paga lo scotto con la mancanza di lavoro, servizi e con la fuga dei giovani, dei cervelli e anche delle famiglie di mezz’età.

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