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Gela e questione rifiuti, continua il botta e risposta tra Ventura e Ferrara

Chi accusa chi? Vi raccontiamo quanto accade da giorni tra l'ex assessore all'ambiente Ventura e il consigliere nazionale di Unità Siciliana Le Api Ferrara

GELA – Continua il botta e risposta che ormai dura da giorni, quello fra l’ex assessore all’ambiente Ventura e il consigliere nazionale di Unità Siciliana Le Api Ferrara.

Chi accusa chi? Partiamo spiegandovi che alcuni giorni fa Unità Siciliana lancia un comunicato stampa in cui punta il dito contro la gestione dei rifiuti nel comune gelese, attaccando Italia Viva e facendo luce sulla sfiducia all’allora sindaco Domenico Messinese. Ventura, che ai tempi aveva la delega ai rifiuti durante la sindacatura Fasulo ed era all’opposizione in consiglio con Messinese, risponde a tono al gruppo politico – puntando il dito soprattutto su Ferrara – e si prende tutto il merito per aver attuato, per primo, la raccolta differenziata.

Oggi, dallo stesso Ferrara, tirato in ballo esplicitamente da Ventura, arriva la “risposta” che vi pubblichiamo di seguito: “L’ex assessore all’Ambiente con delega ai rifiuti Giuseppe Ventura, nel 2014 del PD, poi di SICILIA FUTURA e oggi renziano, segretario provinciale di “ITALIA VIVA”, parla di corda nella casa dell’impiccato, cioè il popolo gelese! L’ex assessore la fa troppo lunga accusando Unità Siciliana Le Api e il sottoscritto, consigliere nazionale di Unità Siciliana Le Api, di falsità, ma nel 2014 a Gela successero due fatti tragici che hanno portato la città all’impiccagione! Primo, la chiusura della Raffineria avallata dal governo Renzi; secondo, l’accordo su un protocollo per il miglioramento servizio rifiuti sottoscritto dal comune con TEKRA.

L’ex assessore nel 2014 avallò quel protocollo con TEKRA che doveva essere a costo zero per il comune e quindi per i cittadini, ma che, invece, ha contribuito senza averlo dichiarato preventivamente, a fare raddoppiare di botto i costi del servizio, come i gelesi stanno constatando con le bollette che il comune ha fatto recapitare in questi giorni, senza peraltro averne alcun beneficio, anzi il servizio di pulizia è peggiorato.

Attenzione, questa genialata del protocollo aggiuntivo con TEKRA non fu adottata da nessun altro comune appartenente all’ATO CL2.

La domanda sorge spontanea: TEKRA l’ha proposta agli altri comuni e non l’hanno sottoscritta oppure TEKRA per ragioni incomprensibili ai gelesi, o forse comprensibilissimi, c’erano le elezioni comunali alle porte, l’ha proposta solo al comune di Gela sapendo di trovare terreno fertile?

Quella scelta portò dall’oggi al domani alla scomparsa di tutti i cassonetti; all’invasione dei rifiuti che trasformò la città in una discarica a cielo aperto; all’approntamento di centri di raccolta provvisori per fare fronte alla prevedibilissima situazione di caos che si è venuta a creare presidiati da associazioni; spese aggiuntive per la raccolta dei cumuli; decine di assunzioni a tempo determinato di TEKRA per la pulizia straordinaria della città; spese aggiuntive per lo spazzamento con personale non in elenco, vedi Verbale di passaggio di cantiere del 24/04/2014; confusione nella gestione del CSA (capitolato speciale di appalto);

Tutto ciò portò ad un ingente debito fuori bilancio nei tredici mesi prima che i gelesi si sbarazzassero
di quella sindacatura con le elezioni del 2015, infatti, in un anno le spese aggiuntive TEKRA non coperte dalla TARI furono circa 4.000.000 €, ai quali vanno aggiunti 1.950.000 € di costi di discarica.

Negli anni successivi i consiglieri comunali, compreso l’ex assessore, tranne qualcuno che dimostrò comprensione, si rifiutarono di approvare i nuovi PEF portati in aula dal sindaco Messinese, che non poteva bloccare del tutto i servizi ereditati, pena il degrado igienico sanitario della città. Sulle presunte falsità che l’ex assessore denuncia, basta, per rendersi conto delle sciocchezze scritte, che si vada a rivedere gli allegati della delibera del consiglio comunale n. 197 del 30/09/2014, approvazione PEF rifiuti e della TARI 2014. In quegli allegati troverà al punto 10 la nota prot. n. 41642 del 20/03/2014, che la dirigente del Settore Istruzione e Ambiente inviò alla Dirigente del Settore Tributi, e p.c. al Sindaco Avv. Angelo Fasulo, all’Assessore Ambiente Avv. Giuseppe Ventura, al Segretario comunale, al Presidente Collegio dei Revisori, e ad altri, che stabiliva in 9.911.261 di € il costo annuo in capo al suo settore sostenuto per il servizio di raccolta e conferimento in discarica dei rifiuti nell’anno 2013.

A tale costo andava aggiunto quello amministrativo annuo di 629.280,27 € sostenuto dal Settore Tributi per l’accertamento e la riscossione del tributo di cui alla nota prot. n. 16028 del 3/02/2014, che portavano il totale dei costi anno 2013 a 10.540.541 €.

Altro che dimenticanza dei dirigenti, accusare i dirigenti è diventata una moda per scaricarsi dalle proprie responsabilità!

L’ex assessore invece di metterla in caciara spieghi ai gelesi come mai nel 2014 in Consiglio comunale fu portata una delibera che in maniera magica tramutò il costo rifiuti 2013, a base del PEF 2014, da 10.540.541 €, determinato in prima battuta dai dirigenti, a 7.084.419,06 €.

In effetti, il primo a scoprire una parte della magia fu il sindaco Messinese che nel primo PEF presentato nel 2015 certificò che nel PEF del 2014 mancavano 1.950.000 € dei costi di discarica, che è esattamente la differenza tra l’importo dichiarato in prima battuta dal Settore Istruzione e Ambiente di 2.950.000 € e il costo ridotto a 1.001.705,16 € determinato con ulteriore nota dello stesso settore prot. N. 116092 del 01/09/2014, allegato n. 15 della delibera di C.C, 197 del 30/09/2014.

Quella delibera, comunque, non tutti la votarono in Consiglio Comunale, non la votò ad esempio l’attuale vicesindaco Terenziano Di Stefano, che successivamente si chiedeva pubblicamente se in quella delibera ci fossero due PEF!

Il bello di tutta questa vicenda è che il sindaco Greco, candidato a sindaco perdente nel 2015, allora,
dai palchi, tuonava contro la chiusura della raffineria avallata dal governo Renzi e sottoscritta dal
sindaco Fasulo e dal governatore Crocetta; contro la gestione rifiuti di TEKRA e contro Caltaqua, oggi affidata al gruppo dell’ex assessore addirittura la delega alla gestione dei rifiuti. Dopo le sue battaglie la città dal Sindaco si aspettava che la delega ai rifiuti venisse magari affidata a persona competente in materia per efficientare e migliorare il servizio e, quindi, ridurne i costi.

Evidentemente si è ricreduto delle accuse che per raccogliere i voti lanciava dai palchi sulla gestione dei rifiuti di TEKRA e delle inchieste aperte dalla magistratura, con processi in corso nelle aule del tribunale di Gela, dove il comune è parte civile.

Ora che tutti i nodi sono venuti al pettine c’è poco da fare, e se non ci si pone rimedio con misure di efficientamento del servizio, anche con il coinvolgimento degli stessi cittadini per ridurne i costi, e non si fa una lotta seria agli evasori del tributo, i crediti non riscossi peseranno sugli onesti, e se non si risolve il problema Timpazzo, i costi sono destinati ad aumentare ulteriormente e di molto.

Di questa polemica ai gelesi, con le bollette a saldo dell’anno 2021 in mano da pagare, che raddoppia
il costo di prima, immagino che importi relativamente poco, se non quella di essere informati dei fatti per farsi un’idea di che razza di amministratori eleggono, e se non andranno più a votare, sbaglieranno, perché è sempre meglio partecipare e scegliere, ma in fondo qualche ragione ce l’hanno!

I gelesi, comunque, non possono essere trattati come se fossero dei bambini ai quali va nascosta la realtà per non interrompere la catena momentanea del consenso del politico di turno, meritano e hanno il diritto di sapere tutta la verità!”.

Foto di repertorio

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