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Coronavirus, notte movimentata agli imbarcaderi di Messina. L’ira Musumeci: “Non accetto che questo accada, non siamo carne da macello”

L’effetto-annuncio provoca una ressa agli imbarcaderi. Con centinaia di auto che tentano di tornare prima che la nuova stretta entri in vigore e un nuovo allarme del presidente della Regione Nello Musumeci. E la tensione che torna ad alzarsi. Folla nella notte a Villa San Giovanni e a Reggio Calabria: da oggi, infatti, è in vigore il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri che vieta lo spostamento fra un comune e un altro, e così ieri centinaia di auto si sono presentate in coda al traghetto delle 17,20 per Messina.

Ora dopo ora, la ressa è aumentata, tanto che a mezzanotte Musumeci ha lanciato l’allarme: “Mi segnalano appena adesso che a Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate – ha scritto il governatore sui social network – Non è possibile e non accetto che questo accada. Ho chiesto al prefetto di intervenire immediatamente. C’è un decreto del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute che lo impedisce”.

Dalla settimana scorsa, infatti, l’ingresso via mare in Sicilia è subordinato all’invio di un’e-mail alla Regione. Le corse dei traghetti sono contingentate: ne partono 4 al giorno da Villa San Giovanni e altrettante da Reggio Calabria. Da ieri, inoltre, la presidente della Calabria Jole Santelli ha disposto la chiusura della propria regione in entrata e in uscita. Qualcosa nei controlli, dunque, non ha funzionato: “Pretendo che quell’ordine venga rispettato – attacca Musumeci – e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza. Il governo nazionale intervenga perché noi siciliani non siamo carne da macello”.

I lavoratori, però, possono ancora passare. Tanto che a notte in corso è lo stesso Musumeci a correggere il tiro: “Ho appena avuto conferma dalla prefettura di Messina che saranno ulteriormente intensificati i controlli sullo Stretto – specifica il presidente della Regione – Possono passare, alla luce del provvedimento nazionale, solo i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia. Basta. Stiamo facendo sacrifici enormi e bisogna dare certezze a tutti i cittadini che questa fase è seguita con impegno”.

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