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Per dimagrire non serve contare calorie

di Dott. Paolo Scicolone

I paradossi della natura: il lavoro del grasso corporeo può farci dimagrire.

E ci aiuta contro la cellulite

Contare calorie per tentare di raggiungere il peso giusto è un esercizio quasi del tutto inutile. Un deragliamento scientifico e intellettuale della dietologia dei decenni passati.

Da qualche tempo ormai è chiaro che il cibo e l’organismo hanno un modo di interagire che è molto più di un passaggio di calore (questo si misura con le calorie) dal cibo al corpo.

Ancora è un concetto che resiste e che viene propagandato anche da spot pubblicitari che promuovono il nulla oltre che da alcuni professionisti fanatici delle calorie.

Normalmente siamo abituati a considerare il grasso corporeo come sostanza passiva principalmente con ruolo di deposito di energia. Certamente questo ruolo lo ha ma negli ultimi decenni le ricerche hanno messo in luce la capacità delle cellule adipose di produrre sostanze ad azione ormonale. Il grasso diventa materia per endocrinologi. Producono ormoni che regolano il senso di sazietà, come la Leptina, intervengono nella regolazione dell’attività dell’insulina e, addirittura, regolano persino il dimagrimento. Sostanze prodotte dal grasso possono far diminuire il grasso corporeo. E’ il caso di un’ormone l’Adiponectina sostanza che con molta probabilità prenderà piede fra gli integratori alimentari mirati al dimagrimento.

Leptina e Adiponectina.

La prima viene prodotta per dire al cervello, raggiunti i livelli sufficienti di deposito, di comunicare lo stimolo di sazietà. Quando c’è cibo per costruire un sufficiente livello di depositi grassi, attraverso la leptina si comunica questa informazione al cervello. Ma allora perché gli obesi tendono a mangiare di più? Pare che i recettori di leptina arrivino, a causa di una eccessiva stimolazione, a sviluppare una resistenza (LEPTINORESISTENZA), quindi quel segnale di sazietà non viene attivato.

Nel 1995 l’isolamento dell’altro ormone, l’adiponectina, ha creato un nuovo fermento nelle ricerche nei meccanismi di lotta all’obesità.

Oggi si sa che è il più abbondante ormone secreto dagli adipociti e la sua riduzione gioca un ruolo centrale nell’aumento di peso e nelle patologie correlate, comprese problematiche cardiovascolari, l’insulino resistenza e il diabete di tipo 2.

Ulteriori studi di questi ultimi anni, nel tentativo di svelarne meccanismi ancora poco chiari, hanno confermato la sua funzione antinfiammatoria, di responsabile della riduzione del peso corporeo, azioni strettamente collegate fra loro, e persino nelle reazioni immunitarie dell’organismo.

Parlando dell’effetto dimagrante sembra strano che, essendo prodotta dal grasso, nei soggetti obesi se ne trovi di meno rispetto ai soggetti normopeso o magri.

Nei normopeso ne circola di più, quindi si ipotizza che più adiponectina circoli, più si dimagrisca.

Ipotesi che trova continue conferme al punto di stimolare quelle aziende produttrici di integratori a formulare prodotti contenenti questa sostanza. Si apre un mercato, ma restiamo sempre dell’idea che mettere il corpo in condizioni di trovare propri equilibri sia sempre meglio che forzare troppo le azioni con eccessive introduzioni di singole molecole dall’esterno.

In ogni caso questa è l’ennesima testimonianza che la perdita di peso non è necessariamente collegata al calcolo calorico ma a degli equilibri di segnali mediati da sostanze che il cibo può fornire, stimolare o reprimere. Ma non solo il cibo. Per esempio anche l’esercizio fisico può aumentare, e anche di molto, la produzione di questo ormone.

Esercizi spirituali, qualità del sonno, relazioni sociali forniscono stimoli positivi o negativi che incidono, in maniera forte, anche sul peso corporeo. Altro che calorie.

Giusto per rafforzre l’importanza del”adiponectina, si può affermare, con sufficienti conferme dalla ricerca scientifica, che questo ormone è in relazione con diverse patologie e disturbi, fra i quali colesterolemia, infarti, aterosclerosi, ovaio policistico.

Ciò che trovo particolarmente stimolante, conoscendo diverse signore con problemi di cellulite, è la capacità antiinfiammatoria, vasodilatatrice, miglioratrice della microcircolazione, e il fatto che l’adiponectina appartenga alla superfamiglia del collagene. Tutte informazioni che mi fanno pensare ad una relazione positiva con la prevenzione e la regressione di questo fastidioso inestetismo. C’è da approfondire, da attendere ulteriori studi, ma potrebbe arrivare presto qualche confortante indicazione Nel frattempo su questa ipotesi stiamo provando a lavorare attraverso piani alimentari mirati alla stimolazione di produzione di adiponectina. Ma il tentativo non si ferma solo alla strategia alimentare. Si possono aumentare i livelli di adiponectina se insieme ad una alimentazione corretta si praticano certe forme di esercizio fisico. Ed anche su questo la letteratura scientifica ci è da supporto.

Il corpo ci sorprende sempre, ne sa certo molto più di quanto noi crediamo di conoscere. E conviene sempre agire per stimolare le incredibili capacità che ha, anziché intrappolarlo in restrizioni basate solo su numeri.

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