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Altro rinvenimento: una porzione dello scheletro di cavallo

Gela – Continuano ad emergere testimonianze delle antiche civiltà dal sottosuolo di Gela. L’ultima testimonianza è la porzione di scheletro di un cavallo con accanto uno scudo di epoca greca. Ormai quasi non fa più notizia, perchè ad ogni scavo delle aziende che si occupano dell’ apposizione di cavi per l’energia elettrica, rete idrica o fibra ottica, si apre un mondo lontano che, ad ogni piè sospinto, si presenta agli occhi dei gelesi per ricordare gli antichi natali di una città ormai in decadenza. ” Si tratta di una porzione di colonna vertebrale – spiega l’archeologa Carla Guzzone della Soprintendenza ai benu culturali di Caltanissetta – riconducibile per le dimensioni allo scheletro di un cavallo, rinvenuta nella necropoli che ormai si allarga sempre più, scoperta in via Di Bartolo. I resti sono allo studio non solo degli archeologi ma anche di personale specializzato nell’approfondimento del mondo animale. Attendiamo il responso dello studio dei vasi rinvenuti nelle immediate vicinanze i cui fregi ci aiutano nella datazioni. La necropoli tuttavia potrebbe essere riconducibile al VI secolo  a.C. E’ possibile che il cavallo fosse stati offerto come libagione di cibo ed animali durante  un rito funerario. Infatti la grossa anfora (foto) contiene  cenere funeraria. Devo fare una precisazione sull’anforetta di cui abbiamo dato notizia nei giorni scorsi: studi più approfonditi rivelano che le ossa combuste rinvenute nell’Hidya  ma non fossero ascrivibili al bambino”. Le ossa risultano bruciate e per questo consumate durante l’incenerimento del rito della sepoltura ed in un primo momento si è pensato fossero di un neonato. Lo scavo continua.

 

 

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