Calcio

Serie A, Milan-Lazio 2-0

Due pareggi, tra l’altro ottenuti solo all’ultimo granello della clessidra: con la Roma al minuto 97, nella gara casalinga con la Cremonese al terzo di recupero. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, l’accento potrebbe essere messo sulla capacità di non arrendersi. Ad analizzarne il riscontro pratico, sono 2 punti in altrettante gare. Soprattutto quella con i grigiorossi, per il Milan è stata una partita più da occasione persa che da pareggio agguantato. A dirlo è la classifica dei rossoneri e il fatto che “abbiamo aspettative alte. E creato aspettative alte”. Le riflessioni di Pioli. alla vigilia della sfida alla Lazio, si specchiano anche con l’immagine distorta dall’ultimo mese di campionato: “Nelle ultime 6 giornate abbiamo ottenuto solo 2 vittorie e 4 pareggi. Ma credo che queste proporzioni avrebbero dovuto essere ribaltate”. Contro la Cremonese, “i cambi hanno peggiorato la partita: non sono state rispettate le posizioni, abbiamo perso lucidità e ci è mancata la continuità”. La rifrazione tra il primo e il secondo tempo non ha sottratto fiducia all’allenatore rossonero: “Tutti sappiamo che è un mese decisivo e i miei giocatori ci credono. Ma siamo anche consapevoli di aver gettato via tanti jolly e di non poterne più sprecare altri. Nessuno è affranto, men che meno preoccupato. Però dipendiamo dai risultati”. Proprio per questo, contro la Lazio, “sarà quasi un dentro o fuori, sebbene se non sia l’ultima partita. Si tratta di una tappa molto importante”, prosegue Pioli. “Affrontiamo una squadra molto forte centralmente, capace di prendere la profondità sulle fasce. Servirà prestare attenzione in difesa, alternando fasi di gioco in cui restare bassi e altre in cui sarà importante alzarsi”. Ma se i tre punti in palio con la Lazio sono importanti per un piazzamento per la prossima Champions, quella di quest’anno ha tempistiche molto più stringenti. Mercoledì 10 sarà andata di semifinale con l’Inter: “Pensiamo a una gara per volta. L’esito della partita con la Lazio non avrà ripercussioni sul derby di coppa”, prosegue il tecnico. Cauto nello specificare che “bisogna essere lucidi e dire che lo scorso anno in campionato abbiamo fatto qualcosa di eccezionale. Riuscirci quest’anno sarebbe stata una cosa straordinaria. La scorsa stagione abbiamo fatto il salto di qualità quando siamo usciti dalla Champions, dove quest’anno in coppa stiamo facendo bene. No, non siamo ancora al livello del City: l’unica squadra tra le 12 semifinaliste delle tre coppe a potersi giocare anche il campionato”.

E’ l’ultimo big match stagionale per la Lazio, l’ultimo contro un avversario che corre per un posto in Champions League, come i biancocelesti. L’appuntamento di sabato (ore 15) in trasferta contro il Milan concluderà una settimana a dir poco impegnativa per i ragazzi di Sarri, iniziata proprio a San Siro con l’Inter, proseguita all’Olimpico col Sassuolo e che nel capoluogo meneghino troverà la chiusura del cerchio. Con 64 punti, i biancocelesti sono secondi, a più sei sui rossoneri (che hanno lo stesso bottino di Roma e Atalanta, le altre due contendenti al quarto posto occupato dall’Inter con 60 punti); se la Lazio battesse il Diavolo a casa sua, aumenterebbe le chance di concludere la stagione con il biglietto della prossima Champions in tasca. La roboante vittoria dell’andata gioca a favore dei biancocelesti quando si parla di scontri diretti: a gennaio finì 4-0, forse la migliore prestazione di sempre della Lazio sarriana e il punto più basso della stagione milanista. A tre mesi e mezzo di distanza, i rossoneri sono in semifinale di Champions, e la stracittadina con l’Inter del 10 maggio potrebbe fungere da distrazione per la banda Pioli. Maurizio Sarri però non guarda agli impegni europei del Milan, ma alla condizione dei suoi ragazzi: l’unico possibile assente a San Siro sarebbe Cataldi, ma il regista sta lavorando in palestra per smaltire l’edema al polpaccio destro, e farà di tutto per andare almeno in panchina. Al centro della difesa riprende il suo posto Romagnoli, ex di turno (per lui sette anni al Milan), mentre a centrocampo la bella prova col Sassuolo pone Marcos Antonio in vantaggio su Vecino per il posto di playmaker. Nessuno toccherà Ciro Immobile, titolare con Felipe Anderson e Zaccagni sulle ali: il capitano è incappato in una stagione sciagurata, con quattro infortuni muscolari e un brutto incidente stradale, guai tuttavia che non gli hanno impedito di raggiungere comunque quota 10 gol in campionato. Nelle ultime due uscite, Sarri lo ha richiamato anzitempo in panchina e Ciro col Sassuolo si è innervosito: qualche pugno al plexiglass, poi il chiarimento col mister, che in conferenza stampa ha ribadito quanto sia fondamentale avere Immobile in buona salute. Un dato sottolinea la qualità offensiva della squadra: se Felipe Anderson troverà il decimo sigillo in campionato, la Lazio sarà l’unica squadra in A ad avere tre giocatori con almeno 10 reti. A San Siro serviranno come non mai i gol, visto che negli ultimi sette confronti con i capitolini, il Milan ne ha vinti cinque. ANSA / FOTO MATTEO BAZZI

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