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Le due novità che potrebbero rivoluzionare il VAR e la vita degli arbitri

Gianluca Rocchi, responsabile della relazioni istituzionali della CAN, ha commentato l’ultimo weekend di Serie A, caratterizzato da molti interventi del VAR, tornando anche su eventuali evoluzioni del sistema: “Arbitri in sala stampa? Non sono contrario. Chiamate dalla panchina? Potrebbero deresponsabilizzare i direttori di gara”

E’ stato un weekend all’insegna della tecnologia e del supporto ai direttori di gara l’ultimo di Serie A, valido per la 10a giornata di campionato. Su diversi campi, tra polemiche e decisioni condivise il VAR è intervenuto in diverse situazioni, così come la Gol No Gol Technology per coadiuvare al meglio gli arbitri e ridurre al minimo gli errori in campo. Ovviamente, come sempre, c’è chi si ritiene soddisfatto e chi recrimina qualche episodio dubbio o svantaggioso e così – come di consueto – il lunedì post partite è il momento migliore per fare il punto sulla situazione.

Una situazione in costante evoluzione come fanno sapere dal quartier generale della CAN dove si sta lavorando al miglioramento costante della situazione attorno alla moviola in campo, ai protocolli che la coordinano e al suo utilizzo. Così come per il confronto direttori di gara-club, da sempre richiesto e al quale piano piano ci si sta avvicinando.

A provare a fare il punto sul VAR dopo dieci giornate di Serie A è Gianluca Rocchi che, dismessi gli arbitri da direttore di gara,  è la figura istituita della CAN per relazionarsi con l’esterno, stampa e società di calcio. Una figura delicata, nuova, che ha già suscitato qualche avvio di polemica ma ritenuta necessaria per avvicinare il mondo arbitrale con quello dei club. Così, Rocchi non solo ha commentato gli ultimi avvenimenti in campo ma ha ancora segnato la possibile strada per il futuro, quello della VAR a chiamata e l’apertura al confronto diretto con gli arbitri.

Il VAR a chiamata

Oggi il VAR è uno strumento a discrezione completa del gruppo arbitrale designato per ogni partita. Oltre l’arbitro, i due assistenti e il quarto uomo c’è una ‘task-force‘ legata alla visione della moviola in presa diretta. Il tutto in completa autonomia, senza interferenze esterne o richieste di terzi. Se il VAR lo ritiene, richiama l’arbitro confermando con un eventuale silent check o richiedendo la visione al monitor dell’episodio da valutare. Da un po’ di tempo a questa parte, però, diversi club hanno chiesto un’evoluzione ulteriore del sistema, permettendo agli allenatori di poter eventualmente chiedere l’intervento del VAR durante le partite. Sarebbe da rivedere il protocollo, razionalizzare tempi e numero di chiamate (Una per tempo? Solo su determinati episodi? Chi in panchina sarebbe autorizzato a chiederla?). Potrebbe essere però un passo ulteriore verso l’ottimizzazione del sistema

Potrebbe essere una soluzione” ha detto Gianluca Rocchi aprendo alla possibilità. “Sarebbe un modo per deresponsabilizzare il VAR in alcune situazioni. In alcuni momenti può trovarsi in difficoltà nel capire se è stato commesso un chiaro ed evidente errore, se questa responsabilità fosse trasferita a un team, a una società, la situazione sarebbe più facilitata anche per la tutela del complesso arbitrale”.

Arbitri in sala stampa

Altro tema caldissimo è il confronto tra arbitri, club e stampa a fine partita per discutere eventuali episodi accaduti nel corso della gara. Una richiesta espressamente voluta dalle società ma osteggiata da sempre dal mondo arbitrale. Anche in questo caso, per Rocchi si valutano dei cambiamenti importanti delle regole oggi in vigore che escludono il confronto diretto e a caldo con i direttori di gara.

“Gli arbitri in sala stampa come giocatori e allenatori penso non sia un problema, ma bisogna razionalizzare. E’ quello il momento per spiegare l’eventuale errore? O forse è il momento solo per chiedere se si è trattato di un errore”.

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