Rubriche

“Voi siete il sale della terra”

Rubrica di ispirazione cattolica a cura di Totò Sauna

Domenica 05 febbraio 17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Mt 5,13-1

Sale e luce. Questo deve essere il cristiano nel mondo. Se non ci riusciamo vuol dire che qualcosa non va. Il sale e la luce duemila anni fa erano preziosissimi. Cose per i re per i più ricchi. Importantissimi. Solo loro potevano permettersi il lusso di mangiare le minestre con il sale. Il sale poi serviva a preparare le offerte. Poi, a quei tempi l’Enel non c’era. Dovremo aspettare qualche secolo. Solo i re e i ricchi, con le varie lucerne, avevano le case illuminate. Il resto aspettava la luce del sole per vedere i volti dei cari. Gesù non utilizza a caso questi elementi Il sale era talmente prezioso nell’antichità da rappresentare, per molte categorie, fra cui i soldati, la paga per il proprio lavoro, il “salario”. Sale e luce. Mi vengono in mente il mio ambiente di lavoro, la mia famiglia,la mia comunità, la mia parrocchia. Sono sale e luce ?  Riesco a insaporire le giornate di coloro con cui sono vicino? Riesco ad illuminare le persone che mi stanno accanto ?. Perché Gesù non ha mezzi termini. Lo dice chiaro e tondo. Non gira attorno al discorso. E’ Chiarissimo. Se non riusciamo ad essere luce e sale saremo buttati via. Senza se e senza ma. Gesù è chiaro. Non gira attorno. Siamo sale e luce? Ci salveremo. Non riusciamo ad esserlo ?. Non ci salveremo. Chiaro. Guardo, allora, alla nostra città. Alla nostra Gela. Macchine e negozi bruciati. In giro c’è poca luce e sale. Sarà il nostro sfrenato individualismo.Il nostro retaggio culturale. Non ci riusciamo. Ma se non siamo sale e luce chi siamo? Perennemente insoddisfatti. Eternamente in ricerca. Siamo sempre a metà strada. Vediamo che in lontananza c’è un bell’orizzonte, ma non andiamo. Abbiamo sempre qualcosa da fare. La spesa, gli amici, il lavoro, l’articolo per la rubrica. Andiamo ad intermittenza. Due passi avanti e uno indietro. O viceversa. Dipende i casi. A volte ci accendiamo e pensiamo quanto siamo bravi, buoni, belli, caritatevoli, misericordiosi. Perché il Mondo ce la con me che sono cosi buono? Poi, ci arriva un malanno, un raffreddore o qualcosa di più grave o le cose della vita non vanno come vorremmo e cambiamo di colpo.  Non abbiamo avuto la promozione sperata. Il nostro candidato non ce l’ha fatta. La moglie ci tradisce o viceversa. Questo per la par condicio. Patatracche e tutto crolla. La luce si affievolisce e il cibo diventa insipido. Dio- bancomat non ha esaudito i nostri desideri, non ha ci dato quanto richiesto. Controlliamo il PIN. Niente. Il risultato non cambia. Allora, iniziamo la tiritera, Dio non esiste, è malvagio, non è giusto, ah se ci fosse  Dio. Lui farebbe direbbe ecc. Quante volte ho sentito queste frasi. Non so voi amici lettori. Dio ci chiama ad altro. Ci chiama a volare, ad andare avanti a guardare il futuro, a guardare l’orizzonte  o dovunque incontriamo persone  sempre ci chiede di essere luce e sale, di essere testimoni di dire agli altr: i io ero disperato ma ora sono salvo,  ero cieco, non sapevo dove andar,e ho cercato una soluzione nell’alcool, nella droga, nelle scommesse ma sono rimasto deluso, cercavo la felicità e  sono sempre più disperato.  Dio, la sua Parola mi ha salvato e gridiamolo forte, forte. Che tutti ci possano sentire. Non vergogniamoci di farlo, se no  Dio si vergognerà di noi. Diciamolo ero cosi e ora non più, ero spento, insipido, maledicevo tutti ora sono sale e luce . Gli altri lo vedranno chi ci sta attorno  capisce che è successo qualcosa di nuovo in noi. Siamo diventati creature nuove abbiamo lasciato l’uomo vecchio.  Ma nonostante tutto ci sentiamo incapaci. Impotenti. Non sono in grado, non posso farcela. Troppe ferite, troppi limiti, troppi difetti, troppa paura, troppa poca fede. No, non è così. il discepolo  sempre e per sempre deve combattere contro le sue paure, le sue ombre. Ferito ma non morto. Ma, siamo scelti proprio perché feriti. Diventiamo dei guaritori feriti, peccatori perdonati, non brilliamo di luce propria, non scherziamo, non siamo diversi o migliori. Siamo stati accesi. Non dobbiamo convincere, ma essere. Non dobbiamo vendere un prodotto, ma accogliere e vivere una novità di vita. Non dobbiamo far luce, ma restare accesi attingendo alla fiamma viva della Parola. Non portiamo noi stessi ma un Dio donato. Peccatori perdonati, proprio per avere conosciuto la tenebra e l’ombra, sanno incoraggiare i peccatori, senza giudicarli e senza ingannarli. Come faremo? Frequentando la Parola, costruendo comunità sostenuti dai segni della presenza del Signore che sono i sacramenti, guardando alla luce, insaporendo la nostra vita con la visione che Dio ha sulle cose. La candela non sa di far luce, brucia. E si consuma. Sempre. In silenzio. Senza compromessi, senza pigrizia, senza cedimenti. Coerenti senza diventare fanatici non intransigenti. Ed evitare di giudicare e di vivere schiavi del giudizio altrui. Purificare il linguaggio sempre più violento. Aprire il cuore alla compassione verso chi ha fame, saziare chi è afflitto nel cuore dedicandogli tempo e ascolto, tirando fuori l’umanità dal nostro cuore e dalle persone che incontriamo.A tutti possiamo dare sapore, a tutti possiamo indicare una strada, un percorso. Perché noi per primi lo abbiamo ricevuto. No, certo, non giochiamo a fare i puri, i buoni, i bravi cattolici. Non giochiamo a fare i santi, non vogliamo abbracciare la santa ipocrisia che così tanto male ha fatto al Vangelo. Vogliamo solo appassionatamente, immensamente, fortemente seguire Colui che ci ha cambiato la vita. E credere, credere con tutte le nostre forze che la strada da lui indicata ci porta alla verità e alla pienezza. Possiamo essere un enorme e svettante cero pasquale, o un piccolo lumino. Ma se non siamo accesi siamo solo un pezzo di cera. Così, senza nemmeno saperlo, la luce che ci abita illumina il cuore degli altri. Che rendono gloria a Dio, non a noi, che lodano la luce, non la fiamma o la candela.E così, tutti, accesi, illuminati, insaporiti, costruiamo il Regno.

Come il sale, ne basta un pizzico per dare sapore. Come la fiamma, basta una candela per illuminare una grande Cattedrale

Buona Domenica

Totò Sauna

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