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Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

Rubrica di ispirazione cattolica a cura di Totò Sauna

Mt 11, 25-30
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

 

Non so se a voi capita. A me spesso. Guardare la gente quando si trova in fila al supermercato, o in sala di attesa del medico curante. Guardare la gente. Vi invito a farlo. Guardare i loro volti, le loro espressioni, il loro parlare, le loro facce, i loro occhi. Qual è il vostro pensiero? Volti stanchi, delusi, tristi, pensierosi. Non stiamo attraversando un buon periodo. Il virus ha completato l’opera.Mettici ,poi, i problemi personali di ciascuno di noi. Poche persone sono allegre, sorridenti. Ci sentiamo stanchi. Da qualche decennio abusiamo della parola “ Stress”. Siamo stressati. Ci stressano tutti. La moglie, i figli, i colleghi, il lavoro. Tutti ci stressano. Appena vediamo un amico la prima risposta qual è ? sono stressato. Non ce la faccio più. Abbiamo bisogno di riposo. Ci vorrebbe un bel periodo di ferie perché stressati. Allora prepariamo sta vacanza. Biglietti aerei, code, costi. Si ritorna più stressati di prima. Niente. Tutto come prima. Girato l’angolo si ritorna a correre più forte. Come se nulla fosse successo. Gesù ci da la risposta” Figlio mio sei stanco, deluso, stressato, triste. Vieni a me. Io vi darò ristoro. Non ti preoccupare. Vieni ti accolgo a braccia aperte.” A questo invito spesso rispondiamo cosi” Caro Gesù io vorrei venire ma vedi devo andare a prendere i  figli a scuola, poi dal parrucchiere e poi c’è la partita e poi devo fare lo straordinario e poi. Fino a quando ? Non decidiamo di fermarci noi o ci ferma la vita. Una malattia o qualcos’altro. E ci risentiamo stanchi oppressi, sfiduciati. Avevamo investito, sperato, faticato. E poi niente, tutto crolla. Come accade anche ai discepoli, di tanto in tanto. Abbiamo consacrato la vita all’annuncio, ma pare che tutto sia stata inutile. Sparso nel vento. Perché la parola di Cristo è per i semplici. Per coloro che aprono il cuore e basta. Non stanno a dare i grandi discorsi sul perché e sul per chi. Amano. Di fronte alla stanchezza amano e si fermano a dialogare con Cristo. Ci manca il dialogo con Cristo, ci manca fermarci, un attimo e pensare alla nostra vita che è diventata un correre e una scadenza di appuntamenti e rate da pagare.  Dio ci ama e ci ama davvero. Ama tutti, chiama tutti. Noi, nella libertà, possiamo scegliere di complicarci la vita, di arrampicarci in contorti ragionamenti che attingono ai pregiudizi e alla diffidenza. O arrenderci all’evidenza. Perché Dio è così: stupisce. Non è mai come ce lo aspettiamo. Gesù insiste: andiamo a lui, raccogliamoci intorno a lui, impariamo da lui. Impariamo a fidarci del Padre, a credere, a leggere la storia e la vita, Andiamo a lui se stanchi e oppressi, se insoddisfatti e delusi. Non per creare la cricca dei perdenti, non per consolarci, incapaci di affrontare il mondo, non per confermare il pregiudizio di chi immagina la Chiesa come l’assembramento degli sfigati. Andiamo da lui perché stanchezza interiore e ansia ci distolgono dall’essenziale. Prendiamolo sul serio, questo Gesù. Impariamone logica, atteggiamenti, mentalità. Impariamo ad amare. Ad amarci, ad amarlo, a lasciarci amare. Non lasciamo che la logica della carne, come scrive san Paolo, cioè la logica mondana, edonista, narcisista, cinica che sta portando al suicidio il nostro mondo occidentale, prevalga. Diamo spazio allo Spirito, allo spirituale, all’anima, al dentro. Alla preghiera, alla meditazione, al silenzio. E il tempo estivo, sia per chi ha la fortuna di staccare la spina e andare in vacanza, sia per chi è costretto a restare barricato in casa, penso alle persone anziane, è l’occasione per stare col Signore. Per ritagliarsi quel quarto d’ora di preghiera quotidiana che fatichiamo ad avere durante il tempo lavorativo..Così inizia la nostra estate, in compagnia di Dio che incontra i poveri e gli sconfitti, che ignora i saccenti e gli arroganti, almeno lui.

BUONA DOMENICA

Totò Sauna

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