Rubriche

«Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti»

Rubrica ad ispirazione cattolica a cura di Totò Sauna

 
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Mc 9,30-37

La prima cosa che salta agli occhi, in questo brano del Vangelo, è l’atteggiamento degli apostoli.  Sono “per strada”. Rileggiamo il brano. “Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».”Gesù è sempre chiaro. Non usa inganni o doppi sensi. Questi discorsi si fanno per strada. Durante il cammino. Dopo aver ascoltato una Parola abbiamo detto Si a Cristo, siamo entrati in un gruppo, in una comunità,in un movimento. Siamo in cammino, siamo in strada. E in strada, in cammino, le tentazioni sono sempre dietro l’angolo. Fratelli lettori, non pensiamo che avere detto Si al Signore ci preserva dalle tentazioni. Anzi, il diavoletto è sempre pronto e rischiamo di perdere la direzione giusta. Sulla strada troviamo di tutto, ci sono poche indicazioni, molto traffico interiore, ostacoli visivi  e guai a chiedere informazioni. Tutti hanno la soluzione di tutto. Tutti conoscono le verità e hanno le soluzioni. Ma poi li vediamo  confusi più di noi. Troppi vanno a caso, a lume di naso. Tante sirene, tanti profeti, Soprattutto in una società che ci impone dei modelli, dei comportamenti da tenere,  da rispettare. Se tu sei eletto e diventi senatore o deputato o sindaco ti credi  il migliore, colui  che non sbaglia mai e mai nessuno si deve permettere di dirti cosa devi fare. Quanto siamo lontani da Cristo. In questo discorso, guardate siamo in ottima compagnia. Ci cadono pure i discepoli. Pensate, pur avendo Gesù accanto, sbagliano, peccano. Andiamo al brano.  Gesù parla di croce, di morte e di resurrezione. Gesù è motivato e deciso: non è disposto a cedere a compromessi, non è disposto a barattare il vero Dio, anche se ciò comportasse la morte. Quanto lontana si trova, mi dispiace dirlo, parte della Chiesa. Gli apostoli non ascoltano. Non comprendono il discorso. Sono distratti da altro. Peggio di Totò Sauna. Non capiscono proprio di cosa stia parlando, il Signore. Sono tutti concentrati nello stabilire i propri ruoli, nel ritagliarsi una poltrona, nell’ottenere benefici, nello stilare una lista, su chi deve occupare le prime posizioni,  litigano su chi deve fare il capo. Troppo ripiegati su loro stessi per accorgersi del Signore. Quanto siamo distratti dalle cose del Mondo non ci accorgiamo di Cristo. Quante somiglianze con noi. Anche dentro le nostre comunità, i nostri gruppi, dentro le nostre parrocchie iniziamo a ragionare come il Mondo. Perdiamo di vista la Parola per litigare per futili motivi. E Gesù,  questo Dio paziente e misericordioso, ancora una volta si mette da parte, non pensa al proprio dolore, e insegna: “tra voi non sia cosi” Che emozione, amici. Che tristezza. No, Signore, non capiamo, abbi pazienza. Non ci entra nella testa, tanto meno nel cuore. Non ce la facciamo a farcela. Poi, scusa, se gli apostoli, i discepoli più vicini, quelli che ti hai scelto, non hanno capito, come riusciremo a capire noi che ancora dobbiamo convertire il nostro cuore?  Ma,  Tu sei paziente, sei buono,Tu ci indichi la strada. Dobbiamo ritornare come i bambini, i piccoli, gli umili, i meno importanti.  Come a dire: perché volete diventare grandi  se io e il Padre ci identifichiamo con i più piccoli?  Perché, anche nella Chiesa, anche in parrocchia, a volte prevalgono le lotte, i pareri, le opinioni, i piccoli giochi di potere, se alla fine Dio si rivela a chi, come i bambini, sono totalmente dipendenti da mondo degli adulti? Che senso ha? Dacci la forza di essere come i bambini. Pronti ad accoglierti. Sempre.

Buona Domenica

Totò Sauna

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