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Dopo la Brexit in Gran Bretagna si accolgono solo le eccellenze

Edimburgo – Torna la nostra rubrica in giro per il mondo curata dalla dottoranda Roberta Dainotto.

Il Governo britannico ha, da poco, rivelato alcuni dettagli sul nuovo sistema di immigrazione che entrerà in vigore a partire dal 1° Gennaio del prossimo anno. Il Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito Priti Patel ha presentato il modello deciso a seguito della Brexit.

    Dalle sue parole si evince l’intento di promuovere la Gran Bretagna come polo di attrazione globale per le menti brillanti, in cui l’incentivo costruisca e potenzi una comunità sociale ed economica vincente. Le prime linee emerse di questo sistema prevedrebbe l’accumulo di punti determinanti per la richiesta di eleggibilità del visto di ingresso (visa). Tali punti sono cumulabili e impongono il raggiungimento di un minimo di 70 dalle aree più disparate, le quali includono offerte di lavoro e qualifiche di studio ritenute adeguate.

    In particolare, il candidato ideale deve avere, di base, almeno tre condizioni intese come obbligatorie

:

  • Un’offerta di lavoro da un datore autorizzato dal Ministero (20 punti);
  • Un’offerta di lavoro per competenze personali avanzate (20 punti);
  • Conoscenza linguistica a un livello avanzato (10 punti).

Corsia preferenziale sarà anche costituita da un guadagno superiore ai £25, 600 (che darà un massimo di 20 punti), con un declino rispetto all’attuale introito annuo previsto per i migranti di £ 30,000.

Alcuni punti bonus si otterranno per impieghi in settori con carenze di personale o per il possesso di un dottorato. Parimenti, questa linea si conforma con la scelta si negare l’ingresso laddove si calcoli un’apparente incompetenza o inadeguatezza, contrastando difatti le regole europee sulla libera circolazione.

 

    Occorre soffermarsi sul valore di queste decisioni, le quali ridurranno la facoltà di ingresso nell’isola britannica solo a pochi prediletti su basi arbitrarie e, apparentemente, poco equilibrate. La propensione verso un Governo che sfavorisce il libero accesso a chiunque, per assenza di credenziali educative e formative, genera una ritrosia sociale viziosa. Una chiusura di questo calibro annulla sul nascere la possibilità di miglioramento e inserimento di gente terza. La decisione presa su un piano aprioristico nega la crescita di un Paese la cui economia è indubbiamente garantita da cittadini con ogni grado di istruzione e non è baluardo ultimo di personale altamente qualificato. Parimenti, risulta inconcepibile che il fattore linguistico costituisca un impedimento in una società dinamica quale l’Europa del terzo millennio.

Il regno dei vincenti esiste solo in un mondo utopistico, e creare un’oligarchia europea determina un diniego del potere del popolo, il cui valore effettivo rischia di non essere più calcolato sul certificato penale bensì su un buon curriculum.

Dott. Ssa Roberta Dainotto

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