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I pericoli della rete: connessioni ad alto rischio

Roma – In quanto promotori del Benessere della persona, dei gruppi e della comunità, il Centro di Psicologia, costituito da Psicoterapeuti ad orientamento Funzionale, vuole offrire un contributo ed uno spunto di riflessione con varie professionalità che hanno maturato la loro esperienza ciascuno nel proprio ambito disciplinare rispetto alle tematiche oggetto di discussione e confronto.

L’adescamento dei minori ( child – grooming) è sempre esistito. Un adulto instaura un rapporto comunicativo condizionante con un minore per carpirne con l’inganno o la minaccia il consenso a cooperare artificiosamente alla realizzazione di atti sessuali o al suo stesso sfruttamento.

I mass media hanno però contribuito negli ultimi tempi a consolidare l’idea che il Child-grooming sia un fenomeno criminoso nuovo, commesso prevalentemente sul web.
Si è così finito con il focalizzare l’attenzione soltanto su una parte del più ampio fenomeno, sottovalutando l’attitudine offensiva delle condotte che vengono poste in essere al di fuori del contesto virtuale.
E’ indubbio, invece che internet, oltre ad aver favorito la produzione e la diffusione di materiale pedopornografico, abbia facilitato e reso molto più rapido l’avvicinamento ai minori, facendo sì che l’adescamento online sia più insidioso e subdolo.
La sensazione di sentirsi maggiormente sicuri davanti allo schermo del computer rispetto ad un incontro nel mondo reale, unita alla normale immaturità e curiosità sessuale, porta i minori ad abbassare la guardia e ad adottare inconsapevolmente comportamenti che li mettono in una situazione di rischio.
Vari studi hanno costatato come i soggetti più a rischio di vittimizzazione per l’adescamento online siano adolescenti, prevalentemente di sesso femminile, con alta conflittualità familiare e bassa supervisione genitoriale. A tali fattori si aggiungono spesso problemi a scuola, sia dal punto di vista del rendimento sia delle relazioni con i pari; ciò può spingere il minore a creare relazioni amicali o sentimentali in rete, per cercare conforto.
Solitamente, durante il processo di adescamento l’online offender introduce in maniera graduale i temi riguardanti il sesso, in modo da desensibilizzare la vittima circa l’argomento, convincendola non solo a parlarne liberamente ma anche a inviare foto intime, fino ad arrivare al cyber sex tramite webcam.
Una volta che il rapporto “virtuale” tra pedofilo e minorenne ha raggiunto un certo grado distabilità, il pedofilo spesso propone un incontro reale con il minorenne, individuandolo nel momento specifico in cui ritiene che il minorenne è maggiormente disponibile.
In non pochi casi, ove si attivino resistenze del minorenne all’incontro con il criminale, dopo una fase preliminare di costruzione di un rapporto di fiducia, passa alle minacce, soprattutto quelle di diffusione online delle immagini scambiate oppure pone in essere vere e proprie attività estorsive costringendo il minorenne al compimento di azioni sessuali “più spinte”.
In questi casi, il potenziale dannoso dell’interazione tecno mediata aumenta notevolmente poiché ad esso si associano vissuti di ansia, sensazione di pericolo, preoccupazione, senso di colpa ed “intrappolamento”.
Spesso le immagini sessuali delle vittime divengono fonte di profitto per l’abusante, ed elemento di scambio e accredito in circuiti di pedofili.
Molti adescatori, groomer, si dedicano quasi esclusivamente a questo tipo di attività privilegiando la dialettica tecno mediata con i minorenni ai contatti con altri abusanti per condividere il materiale pedopornografico.
Le vittime tendono a non denunciare il fatto poiché si sentono colpevoli per ciò che sta capitando loro e per la vergogna che proverebbero nel caso in cui le immagini o i video compromettenti venissero diffusi, e tendono così ad assecondare le richieste dell’offender.
Emblematici sono i risultati delle analisi svolte sulle reazioni dei minorenni entrati in rapporto con pedofili: un numero rilevante di essi dichiara di aver vissuto l’evento con uno stato d’animo non negativo (con curiosità il 15%, con attrazione il 7,6%); per il 61/% l’esperienza non evoca una situazione particolarmente attraente ma nemmeno una circostanza allarmante, tale da rendere necessaria una richiesta di aiuto attraverso una pronta comunicazione ad un adulto.
Tale situazione può portare questi giovani a sviluppare psicopatologie, quali il Disturbo da Stress Post-Traumatico (Post Traumatic Stress Disorder, PTSD) e disturbi depressivi che possono condurre a ideazioni suicidarie o a veri e propri atti anticonservativi.
Al fine di contrastare questo crimine, è necessario non solo comprendere le caratteristiche di chi commette il reato e dei soggetti che possono facilmente diventarne vittime, ma anche svolgere corsi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria.
È fondamentale parlare ai giovani del fenomeno e insegnare loro a riconoscere le strategie di adescamento degli aggressori online. Di fondamentale importanza è educarli a comunicare con un adulto di riferimento (familiare o insegnante), mettendolo al corrente di qualsiasi tentativo di contatto tramite web da parte di un estraneo.
Poiché spesso le vittime dell’adescamento online tendono a non comunicare con gli adulti, a causa delle spesso presenti problematiche intrafamiliari, è importante educare tutti i giovani a denunciare questo tipo di avvenimenti, qualora un coetaneo confessasse loro di essere stato contattato via internet da un adulto sconosciuto.
L’AMI quest’anno dedica il proprio Congresso Nazionale, che si svolgerà a Roma il 29 e 30 novembre, proprio a tutte queste tematiche che girano intorno al modo di stare in rete, con interventi di alto profilo di Avvocati, Magistrati, Psicologi, Formatori, Giornalisti, Professori Universitari, dirigenti delle Forze dell’Ordine così da mettere a confronto tante professionalità ed esperienze utili per inquadrare questo fenomeno dilagante.
Nel mio intervento porterò il mio punto di vista e l’esperienza maturata attraverso i casi clinici da me affrontati come Psicoterapeuta relazionando sul tema del Grooming e l’adescamento dei minori in rete.

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