La storia della settimana

Donna gravida positiva ‘posteggiata’ per 12 ore in attesa di trasferimento

Un'odissea interminabile: anche la ginecologa è stata male

Gela – Una intera famiglia positiva al coronavirus: una mamma con sintomi, un figlio asintomatico ed una nuora in gravidanza a termine. Sono solo alcuni numeri di una vicenda che si è consumata ieri all’ospedale Vittorio Emanuele dove la richiesta di assistenza mal si coniuga con la mancanza di organizzazione e personale ed il risultato è la confusione, i disservizi e le attese che, quando si parla di salute , sembrano eterne. In questo caso lo sono. La vicenda che vi raccontiamo è capitata ad una giovane coppia che attende la sua primogenita. Solo che dopo un ricovero che risale a qualche giorno fa la giovane madre in attesa è risultata positiva, come anche altre tre donne incinte ricoverate in reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Gela. La donnaavrebbe  potuto partorire da un momento all’altro ma poichè è risultata positiva al tampone il protocollo imponeva il trasferimento in un ospedale deputato ad accogliere questi casi; il San Marco di Catania. “Mia moglie ha aspettato il trasferimento dalla mattina alle 8 di ieri fino alla sera alle 19,30 – racconta il marito trepidante e positivo anche lui – in un primo momento mancava l’ambulanza disponibile, poi non c’era il ginecologo che avrebbe dovuto assisterla. E in tutta questa confusione sono passate 12 ore ed il tempo per il parto diminuiva ogni ora. Ho dovuto chiamare le forze dell’ordine per fare in modo di sollecitare il personale sanitario. Non è possibile trattare così i pazienti. Alla fine è stata la primaria Raiti ad accompagnarla, a cui dobbiamo tutta la nostra riconoscenza. Stremata dalle forze, dopo un turno estenuante di 12 ore, la dottoressa ha accusato un malore durante il viaggio nell’ambulanza ed ha perfino rimesso. Immaginate cosa è accaduto all’interno dell’ambulanza: paziente e medico che si confortavano a vicenda ed io a casa a trepidare.   Adesso mia moglie è a Catania e ci auguriamo che la bimba nasca sana, ma non finirà così perchè abbiamo motivo di pensare che abbia contratto il virus in ospedale dove è tutto un caos e non staremo con le mani in mano”. Il personale medico dell’ostetricia e ginecologia è insufficiente da anni e i risultati sono questi

Abbiamo cercato di contattare la primaria dott.ssa Raiti che non ha voluto commentare i fatti in quanto non autorizzata dalla dirigenza.

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