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Unità siciliana: “Un ‘no’ per la democrazia e la libertà”

La data del 20 settembre, che segnerà il voto al referendum costituzionale consultivo sulla riduzione del numero dei deputati, sarà una data storica che nessun italiano dovrà sottovalutare.

Bisogna non farsi trasportare dal populismo becero di qualche partito neonato che poco ha studiato la Costituzione della Repubblica e poco sa dei Padri Costituenti, di coloro i quali, sopravvissuti ad una guerra disastrosa, si sono riuniti e hanno dato forma ad un Atto Costitutivo che rappresenta il vanto e l’orgoglio della Repubblica Italiana.

La nostra Costituzione è la migliore del mondo, quella che dà le più ampie garanzie di democrazia e di libertà.

Eppure c’è chi la vuole modificare riducendo il numero dei parlamentari.

Il tutto è frutto di una mistificazione.

Quello che si doveva modificare non è il numero ma i privilegi di cui godono i politici siano essi deputati o senatori o semplici consiglieri regionali.

Tali benefici e privilegi sono il frutto di leggi che essi stessi hanno votato, non certo il frutto della migliore costituzione del mondo!

Modificare l’atto costitutivo solo perché un partito di impreparati e sprovveduti, per tacitare un elettorato deluso, almeno una cosa devono portare a casa, è un atto politico disdicevole e i cittadini italiani, sull’onda di un populismo dilagante, non pensano che riducendo il numero si riduce la rappresentatività e quindi la democrazia.

La banale scusa è il risparmio: ebbene le casse dello stato risparmierebbero lo 0,00 7% del loro bilancio annuale cioè circa 81 milioni di euro l’anno.

Eppure per l’acquisto dei 90 caccia F35 l’Italia sta sborsando 14 miliardi di euro con il beneplacito di tutti, grillini compresi.

E non voglio fare la pulce ai costi dei privilegi di cui godono spudoratamente i parlamentari, dalle auto blu con autista, allo stipendio (€ 26.000 lordi), dal portaborse (€ 5000 mensili), di solito amico o parente, al rimborso affitto (€ 3900 mensili).

Senza parlare di palestra, piscina, viaggi, assicurazioni varie, ristoranti, teatri e cinema: tutto gratis!

E poi ancora vitalizi per sé e per i parenti, cliniche private, persino massaggi!

Hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi obbligando i cittadini italiani a 42 anni di contributi.

Sono i privilegi che danno fastidio e che bisogna abolire, non certo il numero che è garanzia di partecipazione, rappresentatività e democrazia.

Salvatore Giunta, consigliere nazionale

Unita siciliana Le Api

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