Giornalista sei tu

La ‘notte dell’Innominato’ di chi pensa prima di firmare l’assunzione di responsabilità per il green pass

I più dicono che la notte porti consiglio: a me, invece, ha portato insonnia.

E tra una camomilla e un bicchier d’acqua, l’una per conciliare il sonno, l’altra per alleviare l’arsura delle torridi estati siciliane, mille pensieri si tuffano dal trampolino della mia mente.

E la colpa non è di certo da attribuire alla deliziosa pizza di quella nota pizzeria che adoro, quella a lunga lievitazione che sembra non appesantirti mai. Di quella ne mangeresti anche due o tre, perché ti illude, ti lusinga, nascondendosi dietro alla sua leggerezza e alla grande quantità d’acqua.

Una pizza che ti ammalia e ti inganna e tu la mangi credendo, o peggio ancora volendo credere, che non sia un attentato alla tua linea.

Io la pizza l’ho gustata sul lungomare, stavolta fuori perché non avevo il green pass.

Cos’è il green pass? 

L’ultima grande invenzione del nostro governo per ricattare gli Italiani.

Premetto che non amo le etichette e che non mi piacciono gli estremismi, ai colori netti ho sempre preferito le sfumature, perché nel loro gioco di luci ed ombre mi ricordano la mozzarella di bufala che si scioglie nella salsa di pomodoro sulla pizza, conferendole quell’aspetto rosato che la rende così invitante…

Bene. Poiché la mia non è una rubrica culinaria, è bene che mi soffermi sul dilemma della mia serata.

Io la sera scorsa, perché ormai siamo alle prime ore del nuovo giorno, ho cenato fuori perché non possedevo il green pass. Non so perché, ma sia per assonanza che per il colore, mi ricorda il Grinch. Avete presente quel mostriciattolo verde dispettoso che vede protagonista Jim Carrey?

Io il green pass lo vedo così.

E non datemi della no vax, vi prego, perché non lo sono, ma posso esplicitamente dire che ho dovuto cedere a un ricatto.

Io, docente precaria, che per lo Stato non ho il diritto di poter aver un contratto a tempo indeterminato, ho però l’obbligo morale e sociale di sottopormi a sperimentazione scientifica. Una sperimentazione non esplicitamente obbligatoria , ma che di fatto è un vero e proprio ricatto a cui molti, come me , hanno ceduto.

Io l’ho fatto solo ora, perché il lavoro è il mio pane quotidiano, insieme a Gesù eucaristia e alla Sua parola,  sia ben chiaro. Ma anche lì, qualcuno vestito di bianco ha voluto evangelizzare il vangelo secondo Mario, dettatogli dal profeta Bassetti, forse perché il vangelo secondo Matteo gli ricordava qualche altro Matteo un po’ più verde di lui. Chissà cosa ne penserà il suo datore di lavoro?

Ora tutti mi diranno che io sono un’ignorante che non crede nel potere della scienza. E qui casca l’asino , ammesso che il povero animale sia utilizzato sempre come sinonimo di scarso     Q.I.. Credere nella scienza è ben diverso che aver fede nella medicina, la quale, invece non è scienza esatta secondo la sua medesima definizione. Lo stessa lemma del dizionario italiano ‘farmaco’, dal gr. Farmacon, può essere tradotto come farmaco, ma anche come droga e i nostri fratelli inglesi, ancora oggi, si servono della parola Drug per entrambi.

E poi credere mi riporta al sostantivo credenza e sta per qualcosa di immobile, come quelle che arricchiscono le sale da pranzo delle nostre nonne, piene di vasellame che forse usiamo una volta all’anno, per le feste comandate.

 Fede, fiducia, confidare, hanno un etimo e un valore semantico ben differente. Disse un certo Gesù di Nazareth, che quella riesce a sposta le montagne.

Qui io vedo solo caos, uno stato d’agitazione collettivo in cui nulla è al proprio posto e al posto delle montagne, cumuli polverosi di nugae, di nullità.

Ebbene, pur di non perdere il lavoro io ed altri colleghi, nella mia medesima posizione, abbiamo dovuto applicare una sorta di violenza alla nostra persona e alla nostra volontà, ma nonostante ciò, lo Stato vuole procedere con lo sterminio, torturando altri che invece hanno avuto il dono della perseveranza.

Io presto avrò il tanto promosso e desiderato green pass. E proprio per questo mi vergogno di essere italiana e di appartenere alla categoria degli insegnanti, di quelli che dovrebbero insegnare ai propri ragazzi a sviluppare pensiero critico e non a seguire la massa.

Ma sull’emotività della gente non si scherza. Non tutti reagiamo allo stesso modo dinnanzi ad una pistola puntata alle tempie e se per qualcuno sto esagerando, per qualcun altro sarò poco combattiva.

Non si gioca con la vita delle persone, non puoi avanzare senza mai fermarti verso qualcuno che dietro ha solo il vuoto: c’è chi si lancia e chi si arrende.

Poi c’è chi ha scelto di arrendersi e ha molta paura, paura per ciò che potrà accadere in futuro,  di come il suo corpo potrà reagire a qualcosa che non conosce e che non si conosce.

E beati coloro i quali credono di aver ricevuto l’elisir di lunga vita e screditano chi per un motivo o per un altro ha temporeggiato o, se più coraggioso, ha rifiutato di accoglierlo.

Dire che chi non si vaccina ha il passaporto per l’obitorio è la più grande stronzata del secolo, e suona minatorio al  pari di dire che chi si vaccina muore. Diverso è, invece, dire che sia di covid che di vaccino si può morire e dire che comunque, non si sa quanto, ma sta rischiando.

Si può morire per covid se lo contrai, se non vieni curato come dovresti, ma morire di vaccino, nonostante tu sia sano, è un vero e proprio suicidio indotto, se quella scelta non proviene da un tuo credo, ma da una finta democrazia che ti costringe, pur di non perdere il lavoro, a prestare il tuo corpo ad una sperimentazione che di concreto e certo non ha nulla.

La mia non vuole essere una polemica contro i vaccini, non ne ho gli strumenti, ma contro uno Stato che mi impone di non decidere come curarmi e se curarmi.

Sapete cosa è paradossale? Che questo Stato mi lasci libero di decidere se vivere o morire, ma non come . Uno Stato che per rispettare la volontà dell’individuo approva l’eutanasia,  ma non la libertà di scelta sulla terapia anti Covid-19.

L’orologio alla parete danza con le lancette e i tasti sotto le dita scivolano, sembrano scandire i battiti di un cuore agitato, che non trova riposo, un cuore che vive nel timore che qualcosa possa andare storto. Perché io, a differenza dei giganti del sapere che dubbi non hanno, vivo avvolta da mille perplessità ed incertezze , perché ho conosciuto gente a cui troppo presto ho dovuto dire addio ed altre che pagano lo scotto di questa follia.

Il green pass per la scuola è l’ennesimo abuso di potere che avreste potuto fare nei confronti di una categoria che ha il diritto, come tutte le altre, di scegliere. I più abbiamo ceduto, lasciate gli altri liberi di decidere. Non accanitevi contro chi già lotta per poter lavorare ogni anno, nell’incertezza di ciò che potrà essere. 

Perché ci si sente sconfitti a doversi sottoporre ad un accanimento terapeutico che non si desidera o del quale non ci si fida e questo penalizzerà di molto le relazioni future, sempre che riusciamo a non pagare con la vita il prezzo per la vostra scellerata richiesta.

E che il politico di turno faccia copia incolla sulle proprie bacheche su come un docente  che lui chiama comunemente ‘no vax’, dovrebbe comportarsi per essere un cittadino civile,  credo sia fuori luogo in un momento delicato come questo.

Non sappiamo nulla con certezza di questo virus perfetto, né del vaccino imperfetto.

Sappiamo che abbiamo pianto morti le cui cause sono da attribuire sia alla prima che alla seconda incognita. Ed il sarcasmo in questo caso lo lascio agli idioti, visto che c’è gente che non vedrà mai più i propri cari.

Nell’incertezza dell’epoca che stiamo vivendo e nella certezza dei dati alla mano, invece di continuare a mietere vittime e terrore, cerchiamo di trovare soluzioni. 

Continuo ad affermare che il green pass, se privo di tampone, non ha alcuna validità  e che questa manovra economica ha padroneggiato su una manovra sanitaria che avrebbe dovuto essere l’obiettivo principale di questa nostra povera Italia.

Voi, promotori della libertà di scelta personale sull’epilogo della propria vita, che avete detto sì all’eutanasia, lasciate la gente libera di decidere su come affrontare questa pandemia. L a libertà è un diritto costante, che  non dovrebbe conoscere variabili, e si legga bene, non ho scritto ‘varianti’.

Il Green pass, inoltre ,non è garante di immunità: è un disturbatore, infimo e infame che sevizia gli individui. Nell’attesa della terza dose obbligatoria per medici e insegnanti, io proporrei una vaccinazione di massa in parlamento. Chissà se il Grinch pass, questa volta, potrà convertirsi .

Giovanna Lo Porto

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